I quadri meridionali delle Acli si danno appuntamento a Napoli, su invito del presidente provinciale Pasquale Orlando, per affrontare insieme il tema del ruolo della società civile e del terzo settore nella sfida del rilancio del Mezzogiorno. Domani, a partire dalle 16, presso l'Hotel Ramada di via Galileo Ferraris si terrà un incontro dal titolo "Migrare dal Novecento — Abitare il presente, servire il futuro. Le Acli del Mezzogiorno per una nuova stagione di partecipazione civile". Ad aiutare l'associazione dei lavoratori cristiani nella loro riflessione sarà l'economista Adriano Giannola, presidente della Fondazione Banco di Napoli. Saranno presenti anche Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli, Michele Rizzi, vicepresidente nazionale ed i presidenti delle Acli delle regioni del sud Italia.
Daniela Fossataro
Domanda. Presidente Orlando, perchè riprendere la riflessione sul ruolo della società civile nel Mezzogiorno?
Risposta. C'è stata una stagione di ripresa del sud, con il patto tra una nuova generazione politica e la società civile organizzata Ora il sud è di nuovo in ombra ma non siamo certo stati noi l'anello debole. Per questo siamo convinti che è arrivato il momento di lanciare una nuova stagione di partecipazione civile. Ripartiamo proprio da Napoli perchè in questi giorni la città è l'emblema evidente di una emergenza rispetto alla quale è necessario cambiare pagina e farlo anche in tempi stretti.
D. Anche per voi il problema dell'occupazione resta centrale?
R. La crisi economica colpisce soprattutto le fasce tradizionalmente più deboli del mercato del lavoro meridionale: sia per le donne che per i giovani si assiste all'effetto rinuncia. Si ritirano dal mercato di lavoro perchè sfiduciati oppure perchè trovano lavori irregolari, che alimentano l'economia sommersa, il lavoro nero. L'emigrazione interna è tornata ad essere una valvola di sfogo sociale che oggi coinvolge in buona parte laureati e diplomati. Riemerge con vigore, quindi, un fenomeno che sembrava ormai superato: un esodo che impoverisce ancora di più un territorio già svantaggiato, privandolo delle sue risorse migliori. é in queste aree di disagio che si radica e si sviluppa l'economia illegale della malavita organizzata, saldando situazioni di ingiustizia e ineguaglianza a quelle di insicurezza.
D. Cosa propongono le Acli per un rilancio del sud?
R. E' necessaria una nuova strategia per il Mezzogiorno che punti a completare e migliorare le infrastrutture; rafforzare i distretti e i sistemi produttivi locali, favorendo la crescita dimensionale delle imprese (attraverso per esempio lo strumento della fiscalità a vantaggio); sviluppare sinergie tra operatori economici e mondo della ricerca e dell'università; combattere il lavoro sommerso nelle sue diverse forme e ad assicurare una condizione di legalità e di sicurezza alle imprese e ai cittadini. E soprattutto coinvolgere di più nei processi i cittadini e la società civile organizzata. Solo così si potranno ridurre le distanze tra la politica e la gente comune.
Daniela Fossataro
Domanda. Presidente Orlando, perchè riprendere la riflessione sul ruolo della società civile nel Mezzogiorno?
Risposta. C'è stata una stagione di ripresa del sud, con il patto tra una nuova generazione politica e la società civile organizzata Ora il sud è di nuovo in ombra ma non siamo certo stati noi l'anello debole. Per questo siamo convinti che è arrivato il momento di lanciare una nuova stagione di partecipazione civile. Ripartiamo proprio da Napoli perchè in questi giorni la città è l'emblema evidente di una emergenza rispetto alla quale è necessario cambiare pagina e farlo anche in tempi stretti.
D. Anche per voi il problema dell'occupazione resta centrale?
R. La crisi economica colpisce soprattutto le fasce tradizionalmente più deboli del mercato del lavoro meridionale: sia per le donne che per i giovani si assiste all'effetto rinuncia. Si ritirano dal mercato di lavoro perchè sfiduciati oppure perchè trovano lavori irregolari, che alimentano l'economia sommersa, il lavoro nero. L'emigrazione interna è tornata ad essere una valvola di sfogo sociale che oggi coinvolge in buona parte laureati e diplomati. Riemerge con vigore, quindi, un fenomeno che sembrava ormai superato: un esodo che impoverisce ancora di più un territorio già svantaggiato, privandolo delle sue risorse migliori. é in queste aree di disagio che si radica e si sviluppa l'economia illegale della malavita organizzata, saldando situazioni di ingiustizia e ineguaglianza a quelle di insicurezza.
D. Cosa propongono le Acli per un rilancio del sud?
R. E' necessaria una nuova strategia per il Mezzogiorno che punti a completare e migliorare le infrastrutture; rafforzare i distretti e i sistemi produttivi locali, favorendo la crescita dimensionale delle imprese (attraverso per esempio lo strumento della fiscalità a vantaggio); sviluppare sinergie tra operatori economici e mondo della ricerca e dell'università; combattere il lavoro sommerso nelle sue diverse forme e ad assicurare una condizione di legalità e di sicurezza alle imprese e ai cittadini. E soprattutto coinvolgere di più nei processi i cittadini e la società civile organizzata. Solo così si potranno ridurre le distanze tra la politica e la gente comune.
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