Wednesday, March 17, 2010

Il 20 marzo al Palazzetto del Mare di Castellammare di Stabia la IV� edizione di “Diritti in piazza”


COMUNICATO STAMPA

“La Legalità nel lavoro”

Se parliamo di lavoro voglio vederci chiaro!

il 20 marzo al Palazzetto del Mare di Castellammare di Stabia

la IV° edizione di “Diritti in piazza

Napoli, 17 marzo 2010 - A Castellammare di Stabia, presso il “Palazzetto del Mare”, e in 300 piazze d’Italia il 20 marzo sarà il momento di “Diritti in piazza”, la campagna nazionale di informazione e sensibilizzazione dei cittadini e dei lavoratori, promossa dalle Acli e dal Patronato Acli che, quest’anno, porterà al centro del dibattito il tema della legalità nel lavoro.

“Abbiamo a cuore la persona, il lavoratore, la sua famiglia, con i suoi doveri ed i suoi diritti, il suo oggi ed il suo domani, ed allora se parliamo di lavoro voglio vederci chiaro. – afferma il presidente delle Acli di Napoli e responsabile per il Mezzogiorno, Pasquale Orlando - Perché parlare di lavoro? Perché un lavoro dignitoso è la premessa affinché ognuno possa realizzarsi pienamente nella propria dimensione personale e collettiva; ma anche per ribadire le responsabilità che ci vincolano, in quanto cittadini, gli uni agli altri e rivendicare i diritti che abbiamo e i doveri che non possiamo esimerci dal rispettare. Per la Campania abbiamo scelto Castellammare di Stabia perché questa importante città è, suo malgrado, teatro di una crisi economica ed occupazionale senza precedenti e centinaia di lavoratori rischiano il posto e su di loro aleggia lo spettro dell’impossibilità di sostenere le proprie famiglie.

Per conoscere i loro diritti, di oggi e di domani, su contributi, maternità, futura pensione, salute, infortuni sul lavoro e disoccupazione i cittadini possono recarsi al Palazzetto del Mare di Castellammare o, in alternativa, visitare il sitowww.patronato.acli.it e contattare il Patronato Acli al numero verde 800.74.00.44.

“In un Paese dominato dal bisogno di lavorare ad ogni costo, - prosegue Orlando - parlare di legalità significa diffondere una cultura di responsabilità e rispetto; significa invertire il senso; ovvero dire basta al lavoro nero, ridurre le disuguaglianze sociali e garantire la tutela dei diritti e doveri dei lavoratori e dei datori di lavoro. In Italia, il lavoro illegale produce un’economia sotterranea pari ad oltre 350 miliardi di euro.Questo significa che esistono circa tre milioni di lavoratori in nero ai quali non vengono versati regolarmente i contributi e che non possono usufruire del sistema nazionale di previdenza sociale obbligatorio e complementare. Essere previdenti significa contribuire con una piccola quota del proprio reddito ad un sistema di sicurezza sociale che garantisce un reddito, o parte di esso a chi ne ha più bisogno. Il lavoro irregolare nega dignità e cittadinanza ai lavoratori ed è la causa principale di una scorretta concorrenza e di un progressivo impoverimento dei sistemi produttivi e di protezione sociale.”

“Diritti in piazza” per camminare insieme nella giusta direzione volta a promuovere la legalità nel Paese, condannando e perseguendo la cultura e la pratica del lavoro nero attraverso l’informazione e la diffusione delle politiche per l’emersione, l’aumento dei controlli e la tutela di tutti i lavoratori. Lo slogan delle Acli è: “Se è vero che il lavoro è il fondamento della nostra democrazia, insieme possiamo tutelarlo.”

Per comunicazioni: Michele M. Ippolito (Portavoce Acli Napoli) – 3403008340 / 3939019211



pasquale orlando news sociali: il 20 marzo al Palazzetto del Mare di Castellammare di Stabia la IV� edizione di “Diritti in piazza”

Saturday, March 13, 2010

pasquale orlando news sociali: diritti in piazza




PERCHÈ PARLARE DI LAVORO?

Perché un lavoro dignitoso è la premessa affinché ognuno possa realizzarsi pienamente nella propria dimensione personale e collettiva; ma anche per ribadire le responsabilità che ci vincolano, in quanto cittadini, gli uni agli altri e rivendicare i diritti che abbiamo e i doveri che non possiamo esimerci dal rispettare.

CAMBIARE SI DEVE!

Ci vuole legalità nel lavoro! Che significa? Assumersi la responsabilità di rispettare le regole; dire basta alla cultura e alla pratica del lavoro nero; conoscere e riconoscere l’importanza del rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro; avviare processi di regolarizzazione per i lavoratori immigrati che, senza diritti e in situazioni spesso di grave sfruttamento, sostengono la nostra economia e si prendono cura delle nostre famiglie; ridurre le disuguaglianze che alimentano l’esclusione sociale.
In Italia, 3 milioni di persone svolgono un lavoro irregolare! Per molte di queste il lavoro grigio e il lavoro nero rappresentano l’unica opportunità e l’unica prospettiva.
In un periodo di crisi, come quello che stiamo attraversando, si accetta qualsiasi tipo di compromesso ma il lavoro illegale non è un “ammortizzatore dell’economia” per avviare processi organizzativi in grado di competere sul mercato. Nega dignità e cittadinanza ai lavoratori ed è la principale causa di una scorretta concorrenza e di un progressivo impoverimento dei sistemi produttivi e di protezione sociale.

INSIEME POSSIAMO USCIRNE!

Un intervento di contrasto al lavoro nero articolato per tipologie contrattuali e per settore produttivo, grazie all’informazione su diritti e doveri di lavoratori e datori di lavoro, a politiche per l’emersione e all’aumento dei controlli può ridurre considerevolmente questa economia sotterranea, che oggi vale oltre 350 miliardi di euro.
La sicurezza sul lavoro e la prevenzione devono essere viste come diritto e non come obbligo: ad un diritto/dovere dei lavoratori deve corrispondere un diritto/dovere delle aziende; tutto questo si può ottenere solo attraverso il rispetto dei compiti e delle responsabilità che la legge prevede per gli uni e per le altre.

PERCHÈ SONO COSI' IMPORTANTI I CONTRIBUTI?

Un lavoro sicuro passa anche attraverso la correttezza dei versamenti contributivi secondo il sistema di previdenza sociale obbligatorio e complementare. Essere previdenti significa contribuire con una piccola
quota del proprio reddito ad un sistema di sicurezza sociale che garantisca un reddito, o parte di esso, se si diventa disoccupati, se ci si ammala, se una donna aspetta un figlio, se si diviene invalidi o non si trova più lavoro a causa dell’età. Lavorare nella legalità contribuisce a rinforzare la rete di protezione sociale intessuta dalla solidarietà dei contributi di tutti i lavoratori.

IL LAVORO È IL FONDAMENTO DELLA NOSTRA DEMOCRAZIA.

Una persona-lavoratore in situazione di irregolarità ha sempre gli stessi diritti che spettano ad una persona-lavoratore assunto regolarmente. Tuttavia, solo in presenza dell’effettivo riconoscimento del lavoro svolto, potrà usufruire delle garanzie contrattuali e previdenziali di oggi e di domani.





pasquale orlando news sociali: diritti in piazza