Tuesday, February 26, 2008

Sanremo: il sociale e l'antisociale

Un movimento contro la canzone d'autore

di Simona Orlando
SANREMO (26 febbraio) - Al Festival di Sanremo c’è chi boccia le canzoni perché troppo disimpegnate, chi è insoddisfatto di quelle impegnate, chi tratta temi sociali per missione, chi per convenienza. Tra i bizzarri individui che si aggirano nella città dei fiori, ce ne è uno che è a capo del movimento popolare in favore della C.A.C.C.A., ovvero canzone d’amore contro canzone d’autore, volto alla valorizzazione della musica orecchiabile e spensierata. E’ uno di quelli che non trova offensiva la scosciata di turno, che torna a casa stanco dal lavoro e ha solo voglia di togliersi le scarpe e far riposare i neuroni. Non lo infastidisce la rima cuore/amore né il solito giro di do. I luoghi comuni? Lo rendono orgoglioso perché la troppa intelligenza è cosa da intellettuali. Non ne può più di brani che parlano di omosessualità e guerra e hanno la presunzione di insegnare a vivere e ha solo voglia di ascoltare una bella canzone.

Avvocato trentenne che viene dalla provincia veneta ha le idee chiare e riscuote consensi per la strada: «I cantanti sono ineleganti. Non hanno il coraggio di essere frivoli e indossano una maschera aurorale. In questo Sanremo è la notizia che crea il fatto. Della guerra ci parlano tutti in televisione, dell’amore nessuno. Ci manca la colonna sonora per le “limonate”, e questa sarebbe la vera funzione sociale». Si erge dunque a salvaguardia della “minoranza ignorante italiota”, e attraversa Sanremo con un cartello indosso, raccoglie firme per la lotta per la canzonetta, che fa capo a Porfirio Rubirosa (cantante italo argentino e noto playboy anni ’50), e cerca di arruolare più gente possibile nell’Esercito del Surf che aspira a liberalizzare le feste in spiaggia, a canticchiare motivi semplici sotto la doccia. Staziona davanti all’Ariston nella speranza di redimere anche Pippo.

Un’edizione che vanta tra i migliori testi degli ultimi anni


Sanremo, 25 febbraio 2008. Stasera riparte la kermesse sanremese con la sua 58° edizione, condotta dall’immancabile Pippo Baudo in tandem col vigoroso Chiambretti. Buone notizie sul fronte delle canzoni, almeno per i testi. Nonostante il tema sentimentale sia ancora il più gettonato, quest’anno verranno affrontati temi importanti sul fronte sociale, come il lavoro nero, la corruzione, la guerra, in linea con i gusti del pubblico che lo scorso anno premiò proprio le due canzoni più "impegnate". Diverse anche le strofe che si propongono di esplorare il lato esistenziale, anche con testi autobiografici.

Tra i big, spiccano i contenuti di Anna Tatangelo (scritti dal compagno Gigi D’Alessio) e di Frankie Hi-NRG, l'ermetismo spirituale di Loredana Berté, il pepato Max Gazzé che ha come tema il sesso telefonico.
Anche i testi delle cosiddette canzoni d’amore sono particolarmente efficaci ed originali, grazie ai talenti di Mario Venuti, Gianna Nannini (presente solo come autrice), Fabrizio Moro, Sergio Cammariere.

La canzone più solare e ottimista è di Francesco Tricarico, con tanto di licenza poetica.


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Wednesday, February 20, 2008

Se negozi in conto terzi, rom e rigattieri ambulanti si unissero tra di loro, nascerebbe finalmente una grande lobby del riuso

La gestione dei rifiuti più vicina all'interesse generale riutilizza anche i prodotti di scarto

Per comprendere le cause dell’emergenza rifiuti a Napoli e, più in generale, la gestione dei rifiuti in Italia, la parola chiave é “lobby” (gruppo di pressione).

A rendere accettabile o meno l’azione di lobbying sono le sue finalità e gli interessi che rappresenta. Le istituzioni politiche, quasi sempre prive di spina dorsale, ondeggiano da una parte o dall’altra, a seconda di chi spinge di più. A offrire le migliori performance muscolari sono di solito industriali, affaristi, associazioni a delinquere... ma anche sindacati, gruppi di cittadini e imprenditori onesti. Chi spinge di meno rimane fuori dal gioco.

L’emergenza napoletana, tanto assurda da sembrare apposita, mette in campo con forza soluzioni altrimenti inaccettabili. I contributi alle energie rinnovabili (che per l’80% vanno agli inceneritori), grazie all’imposizione dell’Europa, dovrebbero tornare ai giusti destinatari. Però la Finanziaria 2007 contempla il ripristino dei contributi agli inceneritori in caso di necessità. E agli occhi di tutti, quale necessità é più impellente del disastro campano?

Eppure, rispetto agli inceneritori, esistono soluzioni più rapide: con il “porta a porta” spinto si arriva in un mese al 60% di differenziata. E introducendo (come chiede il Wwf) una moratoria dell’usa e getta e dei materiali non riciclabili, ecco che il residuo diminuirebbe al punto da non giustificare più la costruzione degli impianti. Ma il “porta a porta” (con tante eccezioni) attecchisce sopratutto al nord. Non é un caso: nel nostro settentrione i gruppi industriali, affamati di materia prima-seconda, premono perché venga incrementata la differenziata.
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Tuesday, February 19, 2008

Sud: Esce di scena la 488: via agli incentivi fiscali automatici

Va in archivio la legge 488 e arrivano i meccanismi fiscali automatici: credito d'imposta per investimenti al Sud in macchinari e attrezzature a partire dal 2007. Via, poi, ai primi tre progetti di innovazione industriale, efficienza energetica, mobilità sostenibile e nuove tecnologie per il made in Italy. Lo ha annunciato il ministro dello Sviluppo economico Pier Luigi Bersani, illustrando martedì 19 febbraio a Roma, le misure di Industria 2015 adottate dal Governo targato Prodi a favore delle imprese. «Siamo di fronte - spiega il ministro Bersani - a un grande programma nazionale di innovazione del sistema produttivo del nostro Paese, capace di far tornare l'impresa luogo di produzione e conoscenza, che porti a una riscossa della politica industriale italiana».

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Monday, February 18, 2008

Immigrazione a Napoli: ascoltiamo chi si impegna per i diritti.

il sito www.immigrazionesud.it promosso dalla Regione Campania ha pubblicato un'intervista a Patrizia Tuccillo delle ACLI di Napoli. La riproduciamo integralmente:

Cominciamo con una presentazione dell’ACLI-Colf?

L’ACLI è un’associazione di promozione sociale che da sempre ha avuto tra i suoi obiettivi la tutela dei lavoratori. Nel corso degli anni l’ACLI ha esteso il suo raggio d’azione per cui la tutela si è rivolta sempre di più ai diritti di tutti i cittadini. L’attività di patronato, il CAF e la lega consumatori attraverso i loro servizi offrono da tempo una risposta ai bisogni. A queste attività si è aggiunta poi, negli ultimi anni, l’attività di sportello per gli immigrati. La nostra attività a favore degli immigrati si è sviluppata a partire dal 2002, durante la sanatoria della "Bossi-Fini", con l’aiuto offerto a datori di lavoro ed immigrati per l’emersione dalla condizione di lavoro irregolare. L’ACLI Colf è un’associazione che è nata insieme alle ACLI per la tutela delle collaboratrici familiari, in un periodo in cui non esisteva nemmeno il contratto collettivo nazionale. L’associazione si è battuta affinché in Italia esistessero delle leggi che regolamentassero il rapporto di lavoro domestico. L’ACLI Colf ha innanzitutto una funzione associativa, le nostre socie sono innanzitutto delle lavoratrici italiane e straniere, l’associazione cerca di rappresentarle affinché possano esser tutelate a livello nazionale. Realizziamo dei percorsi formativi e delle attività ricreative rivolti alle socie. I servizi che vengono erogati rientrano nella consulenza sul lavoro quindi l’assistenza per il rapporto di lavoro dall’assunzione alla cessazione e sono integrati con le attività del patronato.

Quanti sono gli sportelli dell’ACLI-Colf a Napoli?

L’associazione ha diverse sedi tra città e provincia, sono circa una sessantina in tutto. Le strutture che però hanno attivato il servizio ACLI Colf e sportello immigrati sono solo tre, tutte ubicate a Napoli. Abbiamo due sedi nella zona di piazza Garibaldi ed una al Vomero.

Il settore delle attività di cura, nel corso degli ultimi decenni, ha visto occupare questo segmento del mercato del lavoro principalmente da lavoratrici immigrate. Dal vostro punto di vista come è cambiata l’attività della vostra associazione?

L’attività di collaborazione familiare si è evoluta. A lavorare in questo settore prima erano soprattutto donne italiane che emigravano dall’entroterra, oppure da altre regioni del meridione, per andare nelle grandi città a svolgere questo tipo di lavoro. In passato la tutela era rivolta principalmente a questo tipo di lavoratrici. Il settore oggi è cambiato. E’ cambiato il mercato del lavoro e ad entrare in questo settore adesso sono soprattutto le donne straniere. E’ un settore fatto di precarietà, di irregolarità e di malretribuzione, soprattutto in alcune realtà come la nostra. A scontare questa condizione prima erano le donne delle regioni più povere d’Italia ed adesso sono le donne immigrate provenienti dai paesi più poveri. Per quanto riguarda le nostre attività rivolte specificatamente agli stranieri, da noi si rivolgono prevalentemente collaboratrici familiari, al nostro sportello immigrati c’è però anche una parte di utenza che è composta da lavoratori stranieri dipendenti, oppure lavoratori autonomi - parliamo sopratutto dell’ambulantato che è un’attività tipica nella zona di piazza Garibaldi - ma anche di piccole attività commerciali legate al commercio al dettaglio. Dipende ovviamente dalla zona dove si trova lo sportello, al Vomero ad esempio abbiamo una utenza anche di lavoratori e lavoratrici dipendenti di attività commerciali gestite da italiani.

Da dove provengono principalmente le lavoratrici ed i lavoratori che si rivolgono ai vostri sportelli?

In prevalenza vengono dall’est Europa, principalmente dall’Ucraina ma anche dalla Russia. Abbiamo anche una grossa utenza di persone provenienti da Bulgaria e Romania che hanno bisogno di altri tipi di servizi essendo neocomunitari, perché comunque devono iscriversi all’anagrafe comunale ed avere un contratto di lavoro. Devono produrre una documentazione per poter essere regolarmente presenti sul territorio. I lavoratori autonomi che si rivolgono a noi sono principalmente proveniente dall’Africa subsahariana e nordafricani, ma anche bengalesi e pakistani, siamo riusciti da qualche tempo anche ad intercettare una parte dell’utenza cinese.

Veniamo al protocollo con Poste italiane per i rinnovi dei permessi di soggiorno. Qual è la valutazione che fate di questa convenzione a poco più di un anno dall’entrata in vigore?

Dall’avvio del protocollo con Poste italiane, siamo passati da una fase in cui ci occupavamo della compilazione manuale del kit ad una nella quale, attraverso il portale delle poste, inseriamo i dati e consegnamo il kit completo agli immigrati. Sicuramente l’aspetto positivo è che utilizzando il portale c’è una maggiore possibilità di controllare l’esattezza dei dati che inseriamo. Un altro aspetto positivo sta nel fatto che si può seguire l’iter burocratico fino ad un certo punto, ovvero dall’invio alla prima convocazione in questura, nel senso che allo stato attuale è possibile sapere se la pratica è in istruttoria oppure se deve essere integrata, per cui siamo in grado di dire agli immigrati se manca qualcosa nella documentazione. Siamo in grado inoltre di sapere quando ci sarà la prima convocazione in questura. In questo modo possiamo monitorare la procedura.

Nella esperienza che avete avuto le comunicazione del portale sono sempre attendibili?

Capita spesso che, quando deve essere integrata una pratica, il portale dia una informazione inesatta in merito alla documentazione mancante, per cui le informazioni non sono sempre attendibili, se però dicono che manca qualcosa significa deve essere reintegrata la documentazione mancante. Abbiamo così la possibilità di informare e preparare prima la persona, di modo che quando va in questura possono integrare la pratica. Il problema è il passaggio successivo, stiamo notando che sono abbastanza veloci nella prima convocazione, nel migliore dei casi sono passate solo tre settimane tra l’invio e la convocazione, a seguito della quale però può passare anche qualche mese prima di ricevere il vero e proprio permesso di soggiorno, in alcuni casi anche diversi mesi .

Come è andata invece con la procedura attuata nell’ambito del decreto flussi? Avete avuto problemi nell’invio delle domande?

Per quanto riguarda il decreto flussi abbiamo avuto un forte aumento dell’utenza e ci siamo trovati con un carico di lavoro maggiore rispetto al solito. Abbiamo inviato più di 500 domande da tutti e tre gli sportelli dell’ACLI-Colf. Abbiamo fatto anche da raccordo con le utenze che venivano segnalate dalle varie strutture presenti nella provincia. C’è stato l’aspetto positivo che la procedura era informatizzata per cui era possibile caricare i dati prima della data del 15 dicembre, c’è stato quindi un grande lavoro nel periodo precedente la data di invio delle domande durante il quale abbiamo informato l’utenza su quelle che erano le condizioni contrattuali, su quelli che erano i requisiti da possedere per poter superare il vaglio della domanda, etc. Il problema c’è stato però al momento dell’invio perché il sistema non ha retto, per cui il 15 dicembre data per l’inizio dell’invio delle domande il sistema è andato in tilt per cui ci sono stati grandissimi rallentamenti e ritardi. Riteniamo che l’ordine di ricezione delle domande sia stato falsato da questi ritardi e questo non lo riteniamo giusto nei confronti delle persone che si erano rivolte a noi in tempo utile. Abbiamo mosso per questo motivo una azione del patronato ed abbiamo cercato di fare sentire la nostra disapprovazione su questa procedura che, essendosi inceppata, non ha consentito a tutti di accedere ed avere la stessa opportunità degli altri. Abbiamo garantito a chi si era rivolto a noi una professionalità ed una competenza che poi al momento dell’invio, a causa di questo ritardo è stata vanificata.

Quali sono state le nazionalità più richieste dai datori di lavoro?

La stragrande maggioranza delle domande che richiedevano l’assunzione di lavoratrici e lavoratori domestici o badanti. Principalmente dai paesi dell’Est.

Sono state richieste più domestiche o più badanti?

Questo è un altro nodo critico perché spesso ci siamo trovati di fronte a situazioni in cui il datore di lavoro non aveva il reddito sufficiente per assumere una badante e quindi faceva la richiesta di una lavoratrice per collaborazione familiare, perché lo stipendio di una collaboratrice domestica è inferiore ed è giusto che sia così perché hanno responsabilità diverse, per cui è giusto che ci sia questa differenza di ordine salariale. Però non bisogna far finta di non vedere che i datori di lavoro che richiedono l’assistenza da parte di una collaboratrice domestica sono molto spesso persone anziane, sole, che non hanno una pensione tale da garantire uno stipendio adeguato alla badante. Per cui spesso succede che si dichiara collaboratrice domestica una persona che in realtà svolge l’attività di badante. Un’altra cosa che si fa finta di non vedere e la situazione del lavoro irregolare in Italia, per cui il decreto flussi è diventato una specie di sanatoria malcelata e poco efficace, perché 170.000 quote sono irrilevanti rispetto alle 700.000 richieste presentate e sono sicura che più del 90% delle persone "chiamate" si trovavano già qui.

Potresti farci invece un identikit dei datori di lavoro che si sono rivolti a voi per assumere una collaboratrice domestica?

Sono perone anziane, anche ultraottantenni o novantenni, che anche nel caso in cui sono autonome sono comunque persone che hanno bisogno di qualcuno che gli stia accanto. Molte volte si tratta di persone sole o che comunque hanno una famiglia che è lontana oppure impegnata per l’intera giornata, per cui diventa necessaria la presenza di un’altra persona che si prenda non soltanto cura della casa, ma che accompagni anche l’anziano nel suo percorso di vita, nel senso di avere una compagnia, una persona con cui scambiare una parola, avere una persona che sovrintenda la loro vita quotidiana. Sono due povertà che si incontrano, due solitudini.

Nella vostra attività vi capita anche di accogliere il disagio delle lavoratrici domestiche? Potresti descriverlo?

E’ molto pesante per una lavoratrice domestica il lavoro di cura, perché spesso si instaura un rapporto esclusivo e totalizzante tra datore di lavoro e lavoratrice. E’ qualcosa che dopo un certo periodo stanca ed è difficile da sostenere psicologicamente. C’è un grande turn-over in questo tipo di rapporti di lavoro proprio perché sono situazioni che diventano talmente pesanti e insostenibili per cui ad un certo punto decidono di andarsene. Nella maggior parte dei casi sono persone che sono costrette a fare questo tipo di lavoro, hanno spesso costruito durante la propria vita delle alte professionalità, hanno studiato per fare altri lavori, ma si sono trovate in una situazione socioeconomica nel proprio paese per cui l’emigrazione era l’unica risorsa a loro disposizione. Venire in paesi come il nostro per molte donne ha significato che il primo inserimento lavorativo fosse il lavoro domestico, per cui non c’è dietro una preparazione ed una competenza professionale rispetto a questo lavoro e molte volte non sono preparate a sopportare queste situazioni, queste condizioni di vita, dove c’è questo rapporto così stretto e così esclusivo. Nella maggior parte dei casi sono solo due, una cella con queste due persone, l’anziano e la badante. Spesso poi si creano anche delle forme di soggezione psicologica perché dal lavoro dipende il contratto, dal contratto dipende il permesso di soggiorno, dal permesso di soggiorno dipende la presenza regolare in Italia, l’accesso ai servizi, l’assistenza sanitaria; per cui è un circolo vizioso che non s’interrompe mai. Poi arriva il momento della crisi dove la persona non ce la fa più e crolla perché non riesce più a stare in quella situazione. E’ per questo che si lascia il lavoro per cui si crea spesso un continuo turn-over. Seguiamo a volte persone anziane che cambiano due o tre volte all’anno le collaboratrici familiari, proprio perché sono situazioni pesanti. A questo poi si aggiunge la solitudine, la lontananza dai propri affetti, la frustrazione di non poter portare i figli in Italia, il non avere tempo libero.

Come pensi possa essere affrontato meglio il bisogno di cura degli anziani, garantendo allo stesso tempo alle lavoratrici immigrate un ruolo e migliori condizioni di vita e di lavoro?

Una soluzione potrebbe essere quella di un welfare integrato tra privato e pubblico. Una organizzazione dei servizi sociali che si rivolga di più agli anziani e che preveda quindi attività non solo di assistenza ma anche di altro tipo - comunque di reinserimento all’interno della società dando agli anziani un ruolo attivo, sapendo che le loro competenze possono ancora essere messe a disposizione della società - e quindi si integri con un welfare privato che può esser quello offerto dall’assistenza di collaboratori familiari, di modo che il lavoratore non si trovi in una situazione totalizzante dove il lavoro è svolto 24 ore su 24 senza margini di libertà e possibilità di cercare anche altri tipi di lavoro. Un anziano quindi che non sia sempre chiuso in casa ma che sia coinvolto in altre attività, che venga curato anche in altri modi, anche con un’assistenza domiciliare offerta magari dal comune che si affianchi al collaboratore familiare privata. Intendiamo in maniera integrata il concetto di welfare, in questo modo c’è la possibilità per tutti i soggetti coinvolti di maggiore libertà e di maggiori possibilità di realizzazione in pieno della propria vita. Noi vorremmo che gli stranieri si integrassero realmente nella nostra società, perché le collaboratrici familiari sono chiuse nell’ambito domestico, non partecipano alla nostra società. Vorremmo un welfare che garantisse una società più giusta.

Quali sono secondo te i bisogni principali delle lavoratrici domestiche? E quali servizi sarebbe necessario attivare?

Noi crediamo che bisogna puntare molto sull’informazione sulle leggi, sui diritti ed sui doveri degli stranieri nel nostro paese, perché soltanto attraverso la conoscenza delle leggi italiane saranno in grado di esercitare i loro diritti e soltanto esercitando i diritti possono realmente integrarsi nella società. Siamo integrati nella società nel momento in cui possiamo vivere, possiamo curarci decentemente, possiamo ricongiungerci con la nostra famiglia, possiamo studiare e possiamo avere il diritto ad una pensione. E’ soltanto con l’esercizio di questi diritti che ci si integra nella società. Noi crediamo che sia giusto potenziare il momento informativo circa le leggi che regolamentano la loro presenza in Italia e circa le leggi che regolano la vita dei cittadini. E’ necessario inoltre che si aumenti l’offerta formativa e professionale, che si vada ad esempio verso la formazione professionale delle collaboratrici familiari, dar loro degli elementi di assistenza psicologica, di pronto intervento, di conoscenza delle norme igienico sanitarie, degli aspetti tecnici della professione. E’ necessario anche migliorare la conoscenza della lingua italiana, è attraverso comunicazione che la relazione viene in qualche modo favorita.

Sunday, February 17, 2008

Orlando: Sud, serve passione civile

I quadri meridionali delle Acli si danno appuntamento a Napoli, su invito del presidente provinciale Pasquale Orlando, per affrontare insieme il tema del ruolo della società civile e del terzo settore nella sfida del rilancio del Mezzogiorno. Domani, a partire dalle 16, presso l'Hotel Ramada di via Galileo Ferraris si terrà un incontro dal titolo "Migrare dal Novecento — Abitare il presente, servire il futuro. Le Acli del Mezzogiorno per una nuova stagione di partecipazione civile". Ad aiutare l'associazione dei lavoratori cristiani nella loro riflessione sarà l'economista Adriano Giannola, presidente della Fondazione Banco di Napoli. Saranno presenti anche Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli, Michele Rizzi, vicepresidente nazionale ed i presidenti delle Acli delle regioni del sud Italia.

Daniela Fossataro

Domanda. Presidente Orlando, perchè riprendere la riflessione sul ruolo della società civile nel Mezzogiorno?
Risposta. C'è stata una stagione di ripresa del sud, con il patto tra una nuova generazione politica e la società civile organizzata Ora il sud è di nuovo in ombra ma non siamo certo stati noi l'anello debole. Per questo siamo convinti che è arrivato il momento di lanciare una nuova stagione di partecipazione civile. Ripartiamo proprio da Napoli perchè in questi giorni la città è l'emblema evidente di una emergenza rispetto alla quale è necessario cambiare pagina e farlo anche in tempi stretti.
D. Anche per voi il problema dell'occupazione resta centrale?
R. La crisi economica colpisce soprattutto le fasce tradizionalmente più deboli del mercato del lavoro meridionale: sia per le donne che per i giovani si assiste all'effetto rinuncia. Si ritirano dal mercato di lavoro perchè sfiduciati oppure perchè trovano lavori irregolari, che alimentano l'economia sommersa, il lavoro nero. L'emigrazione interna è tornata ad essere una valvola di sfogo sociale che oggi coinvolge in buona parte laureati e diplomati. Riemerge con vigore, quindi, un fenomeno che sembrava ormai superato: un esodo che impoverisce ancora di più un territorio già svantaggiato, privandolo delle sue risorse migliori. é in queste aree di disagio che si radica e si sviluppa l'economia illegale della malavita organizzata, saldando situazioni di ingiustizia e ineguaglianza a quelle di insicurezza.
D. Cosa propongono le Acli per un rilancio del sud?
R. E' necessaria una nuova strategia per il Mezzogiorno che punti a completare e migliorare le infrastrutture; rafforzare i distretti e i sistemi produttivi locali, favorendo la crescita dimensionale delle imprese (attraverso per esempio lo strumento della fiscalità a vantaggio); sviluppare sinergie tra operatori economici e mondo della ricerca e dell'università; combattere il lavoro sommerso nelle sue diverse forme e ad assicurare una condizione di legalità e di sicurezza alle imprese e ai cittadini. E soprattutto coinvolgere di più nei processi i cittadini e la società civile organizzata. Solo così si potranno ridurre le distanze tra la politica e la gente comune.

SONDAGGIO SU VITA.IT : "SCEGLI TRA 30 PROTAGONISTI DELLA POLITICA ITALIANA".

In vista delle prossime elezioni del 13 e 14 aprile il giornale on-line Vita.it ha selezionato i nomi di 30 protagonisti della politica italiana che nel corso dell’ultima legislatura hanno avuto particolarmente a cuore i temi del Terzo settore.

Ogni votante ha a disposizione al massimo tre preferenze. Il sondaggio si chiuderà alla mezzanotte di Martedì 26 febbraio.

Ti invito a visitare la pagina del sito di www.vita.it e a votare Luigi BOBBA “cliccando” sul quadratino che affianca il nome del nostro candidato.

Per partecipare al sondaggio basta cliccare sul seguente link:

http://web.vita.it/forum/showthread.php?t=2733

Ti invito a partecipare al sondaggio e a diffondere questa mail tra militanti, amici e conoscenti per sostenere la candidatura di Luigi BOBBA, Coordinatore provinciale PD di Vercelli e Senatore uscente (membro Commissione Lavoro e Affari Sociali, e Capogruppo Ulivo Commissione di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro).

Per conoscere le mie idee e le mie attività: www.luigibobba.it

Avanza la proposta delle ACLI del Mezzogiorno di cooperazione solidale delle regioni meridionali. Aderisce Isernia.

Intervenendo al Congresso provinciale delle ACLi di Isernia Pasquale Orlando, presidente delle ACLI di Napoli e componente della direzione nazionale delle ACLI ha presentato i risultati dell'assemble dei quadri meridionali delle ACLI.
"Vogliamo agire come una macroregione costruendo uno staff di progettazione sulle opportunità comunitarie e soprattutto un coordinamento politico tra noi". Grande entusiasmo tra i dirigenti molisani che con il presidente regionale delle ACLI Molisane Dante Cicchini hanno espresso la condivisione del percorso e la volontà di affermare una immagine concreta di un mezzogiorno non assistenzialistico ma progettuale e moderno.

Friday, February 15, 2008

Le nuove modalità di accesso alla pensione

Domenica 17 febbraio alle ore 11.30 a Capua, presso la Sede della Pro-loco in Piazza dei Giudici, si terrà un incontro pubblico sulle nuove modalità di accesso alla pensione di vecchiaia e di anzianità come previsto dalla legge 247/2007.
Promosso dal Patronato ACLI di Caserta in collaborazione con il Circolo ACLI "Progetto S. Marcello" di Capua, l'incontro sarà aperto dal saluto del presidente provinciale del Patronato ACLI di Caserta Michele Zannini. Subito dopo, Gerardo Di Muro, direttore del Patronato ACLI di Caserta, illustrerà ai presenti le nuove norme di accesso alle pensioni.
Uno stand del Patronato sarà installato nella bellissima piazza antistante la sede della Pro-loco per fornire informazioni e presentare i servizi del Patronato.

oggi a Napoli stati generali delle ACLI meridionali.

Oggi venerdì 15 a Napoli un incontro sul futuro del Sud con il presidente nazionale dell’associazione Olivero

I quadri meridionali delle Acli si danno appuntamento a Napoli, su invito del presidente provinciale Pasquale Orlando, per affrontare insieme il tema del ruolo della società civile e del terzo settore nella sfida del rilancio del Mezzogiorno. Oggi, a partire dalle 16, presso l’Hotel Ramada di via Galileo Ferraris si terrà un incontro dal titolo “Migrare dal Novecento – il presente, servire il futuro. Le Acli del Mezzogiorno per una nuova stagione di partecipazione civile.” Ad aiutare l’associazione dei lavoratori cristiani nella loro riflessione sarà l’economista Adriano Giannola, presidente della Fondazione Banco di Napoli. Saranno presenti anche Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli, Michele Rizzi, vicepresidente nazionale ed i presidenti delle Acli delle regioni del sud Italia.

“C’è stata una stagione di ripresa del sud, con il patto tra una nuova generazione politica e la società civile organizzata – afferma Pasquale Orlando - Ora il sud è di nuovo in ombra ma non siamo certo stati noi l’anello debole! Per questo siamo convinti che è arrivato il momento di lanciare una nuova stagione di partecipazione civile. Ripartiamo proprio da Napoli perché in questi giorni la città è l’emblema evidente di una emergenza rispetto alla quale è necessario cambiare pagina e farlo anche in tempi stretti.”

Orlando si dice convinto della “necessità di una nuova strategia per il Mezzogiorno che punti a completare e migliorare le infrastrutture; rafforzare i distretti e i sistemi produttivi locali, favorendo la crescita dimensionale delle imprese (attraverso per esempio lo strumento della fiscalità a vantaggio); sviluppare sinergie tra operatori economici e mondo della ricerca e dell’università; combattere il lavoro sommerso nelle sue diverse forme e ad assicurare una condizione di legalità e di sicurezza alle imprese e ai cittadini. E soprattutto coinvolgere di più nei processi i cittadini e la società civile organizzata. Solo in questo modo si potranno ridurre le distanze tra la politica e la gente comune.”

Per comunicazioni: Michele M. Ippolito - 3403008340

Wednesday, February 13, 2008

Le ACLI del mezzogiorno si danno appuntamento a Napoli per passare dall’emergenza al futuro possibile.

Appuntamento dei quadri meridionali della grande associazione dei lavoratori cristiani a Napoli che, su invito del presidente napoletano Pasquale Orlando, affronteranno soprattutto il tema del ruolo della società civile e del terzo settore nella sfida del rilancio del mezzogiorno.

"C’è stata una stagione di ripresa del sud con il patto tra una nuova generazione politica e società civile organizzata- spiega Pasquale Orlando- Ora il sud è di nuovo in ombra ma non siamo stati noi l’anello debole! E’ il momento di rilanciare una nuova stagione di partecipazione civile."

Verso il Congresso Nazionale delle ACLI
'Migrare dal Novecento. Abitare il presente. Servire il futuro'
Dall'emergenza al futuro possibile.
Le Acli del Mezzogiorno
per una nuova stagione di partecipazione civile

15 febbraio ore 16
Napoli Hotel Ramada Via G.Ferraris.


pasquale orlando: Le ACLI del mezzogiorno si danno appuntamento a Napoli per passare dall’emergenza al futuro possibile.

Tuesday, February 12, 2008

Campania: I parlamentari da bocciare Partecipate al sondaggio

sondaggio proposto da Repubblica Napoli

Ecco i nomi dei 93 deputati e senatori eletti in Campania nel 2006. Il 13 aprile si torna alle urne, scegliete i politici, massimo dieci, che vi hanno deluso di più e che, secondo voi, non meritano di essere ricandidati. Scorrete la lista e selezionate i parlamentari da bocciare.

se vuoi partecipare clicca il link.

IL SONDAGGIO

Saturday, February 09, 2008

Oggi a Benevento inizia la fase congressuale delle ACLI in Campania

Con il Congresso provinciale di Benevento si avvia la fase dei congressi provinciali delle Acli in Campania che si concluderà a Napoli con il Congresso Regionale il prossimo 14 marzo. Durante il percorso è previsto un appuntamento per i quadri meridionali a Napoli il 15 febbraio mentre Avellino, Caserta e Salerno terranno le loro assisi il 23 e 24 febbraio.
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il cannocchiale

RIFIUTI: DIOCESI NAPOLI SI ORGANIZZA PER SOSTENERE DIFFERENZIATA

Diverse parrocchie della Diocesi di Napoli, con l'ausilio della Caritas diocesana, la Pastorale Giovanile e l'Asia (Azienda napoletana per la raccolta dei rifiuti) propongono una raccolta differenziata (carta, plastica e alluminio), ''ponendo concreti segni di speranza e di carita' in territori abbondantemente vessati dalla drammatica emergenza rifiuti''. Lo rende noto un comunicato diffuso dalla Curia di Napoli e che riporta le riflesiioni di don Tonino Palmese, direttore dell'Ufficio diocesano per la salvaguardia del creato.
Apprezzamento e condivisione delle ACLI di Napoli che da tempo avevano proposto e avviato la sperimentazione del ruolo delle parrocchie nella sfida della raccolta differenziata con il progetto: "Differenziamo per costruire" nell'area del Parco del Vesuvio.


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Friday, February 08, 2008

Il Mezzogiorno diventa ponte con i Paesi del Mediterraneo �All’estero i consorzi rendono meglio delle singole aziende�

L’Unione europea le considera la sua spina dorsale, capace di creare i due terzi dei posti di lavoro esistenti e di non farsi travolgere dalle tempeste finanziarie, come in questo ultimo periodo. Piccole, medie e spesso «microimprese», come le chiama Gunter Verheugen, vicepresidente della Commissione europea, responsabile per le imprese e l’industria e padre della Enterprise Europe Network, la rete per sostenere lo sviluppo e l’innovazione delle imprese europee battezzata ieri a Bruxelles. Un patrimonio che non si puo perdere. Trecentoventi milioni di investimento, più 40 per le spese di gestione: 500 sportelli, 4mila cosiddetti «angeli del business» che dovranno assistere chi vuole crescere, chi cerca partner tecnologici e finanziari, chi cerca fondi per investire su nuovi prodotti o ha bisogno delle strutture di ricerca e universitarie. Nel programma sono coinvolte 544 organizzazioni tra Camere di commercio e associazioni industriali, 475 provenienti dall’Unione europea e 69 provenienti da fuori.
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Sunday, February 03, 2008

I medici lanciano l'allarme: e' emergenza sanita' al sud

Sul fronte della Sanita' e dell'accesso e qualita' delle cure e' 'emergenza sud'. I medici dirigenti e vari esperti lanciano l'allarme: "Oggi e' fondato il rischio - affermano - di una inaccettabile differenziazione dei diritti dei cittadini meridionali per cio' che riguarda la salute".

Da Napoli, dove e' in corso il Convegno nazionale dell'Anaao-Assomed (il maggiore sindacato dei medici dirigenti) dal titolo emblematico 'Sud e Sanita': una nuova questione meridionale?', la categoria chiede dunque interventi urgenti per sanare una situazione "ormai insostenibile". Lo dice chiaramente il vicesegretario Anaao Costantino Troise: "C'e' un incremento delle differenze tra nord e sud non solo sul piano finanziario ed organizzativo ma anche per i meccanismi di prevenzione e tutela della salute".

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Saturday, February 02, 2008

RIFIUTI: TURCO INCONTRA DE GENNARO A NAPOLI SUI RISCHI PER LA SALUTE

Il Ministro della Salute Livia Turco ha incontrato oggi a Napoli il Commissario per l'emergenza rifiuti Gianni De Gennaro per fare il punto della situazione con particolare riferimento ai rischi per la salute connessi con il mancato smaltimento dei rifiuti nelle strade della citta' e della provincia. Lo rende noto un comunicato in cui si ricorda che il Ministero della Salute e' coinvolto direttamente con un proprio distaccamento, coordinato dal Capo dipartimento per la prevenzione Donato Greco, con il compito di coadiuvare il Commissario De Gennaro nella verifica dell'impatto sulla salute dei nuovi siti individuati dal piano messo a punto per lo smaltimento dei rifiuti. Nel frattempo - prosegue la nota - stanno andando avanti i rilievi ambientali e sanitari da parte delle Asl e dell'Iss per accertare lo stato di salute della popolazione delle zone interessate all'emergenza. I primi risultati illustrati oggi al Ministro Turco, non rilevano eccessi di patologie che possano essere connesse alla presenza di rifiuti nelle strade. Il distaccamento del Ministero della Salute sta inoltre procedendo alla realizzazione di una campagna di comunicazione rivolta alla popolazione per incentivare la raccolta differenziata e per fornire informazioni corrette sui reali rischi per la salute connessi ai rifiuti. ''Il lavoro che stiamo svolgendo insieme al prefetto De Gennaro - ha detto il Ministro - testimonia quanto sia importante poter lavorare insieme in un campo dove purtroppo si e' fatta e si fa molta disinformazione spesso motivata da paure e sospetti sul pericolo per la salute dei rifiuti, che oggi, alla luce dei risultati delle analisi che mi sono stati illustrati, appare fortunatamente molto ridimensionato se non del tutto smentito. Si tratta quindi di promuovere un'intensa attivita' di informazione ai cittadini, coinvolgendo le autorita' sanitarie locali, i medici di famiglia e gli operatori dell'ambiente, per chiarire che la vera emergenza non e' la salute ma quella di rimuovere presto e bene i rifiuti dalle strade. I cittadini - prosegue il ministro della Salute - devono sapere che nessun sito per lo smaltimento sara' aperto senza il nulla osta sanitario del Ministero della Salute. E' la prima volta nella storia lunghissima dei rifiuti in Campania che il Ministero della Salute e il Commissario lavorano insieme e a stretto contatto. E' la strada giusta - conclude la Turco - per dare risposte serie e documentate a quanto i cittadini ci chiedono per la loro tranquillita' e per la tutela della salute dei loro figli''.

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Friday, February 01, 2008

CTA Campania - Seminario regionale "Turismo sociale e politiche familiari"

In vista dei Congressi Regionale e Nazionale delle Acli, il CTA della Campania nell’intento di offrire un contributo di analisi e proposta, organizza un seminario regionale dal titolo: “Turismo sociale e politiche familiari “.
Il seminario, peraltro, si inquadra in modo coordinato, nella più ampia iniziativa delle Acli Campania tesa alla costruzione di un “ Patto Regionale per la famiglia”.
L’appuntamento sarà l’occasione per affrontare il tema dei Buoni Vacanze e delle detrazioni fiscali per il viaggio e il tempo libero delle famiglie.
L' appuntamento è fissato per il 12 febbraio 2008 alle ore 15.30 presso la sede Acli di Napoli in Piazza PrincipeUmberto 14.
Interverranno:
- Pasquale Orlando presidente provinciale Acli Napoli
Pino Vitale presidente nazionale CTA
Eleonora Cavallaro presidente regionale Acli Campania –
i presidenti provinciali CTA della Campania – i presidenti provinciali Acli della Campania.

il programma su:

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