Cari amici,
a meno di quaranta giorni dal termine della raccolta delle firme, invito tutti, (proprio tutti!) ad intensificare in maniera significativa gli sforzi.
Il lavoro compiuto fino ad oggi è stato intenso e proficuo, ma non ancora sufficiente. Operiamo tra molte difficoltà, prima tra queste, l’insignificante copertura mediatica di cui ha goduto la nostra iniziativa, che, salvo poche eccezioni, continua a rivelarsi tuttora marginale e insufficiente.
I cittadini, quelli informati, accorrono numerosi e motivati ai banchetti, ma riscontriamo la difficoltà da parte della struttura referendaria, di fronteggiare l’enorme domanda di firme che c’è nel Paese.
Va inoltre segnalato che, considerata la trasversalità della composizione del nostro comitato, le trascorse elezioni amministrative hanno comprensibilmente disperso le energie dei referendari.
Per cui, dopo i risultati assai soddisfacenti ottenuti nel corso del primo mese di strada, devo segnalare, ahimè, un rallentamento significativo della raccolta.
Questo rischierebbe di pregiudicare i risultati finora raggiunti e vanificare i numerosi sacrifici compiuti, a tutti i livelli, dai tanti volontari.
E’ giunta l’ora di raccogliere tutte le energie di cui disponiamo e moltiplicare gli sforzi, perché sono tantissime le attese che i cittadini ripongono nel nostro progetto.
Adesso, più che mai, è necessaria la collaborazione da parte di tutti coloro che credono in questa nostra battaglia contro un’idea notabilare, paternalistica e conservatrice di concepire la politica.
Lavoriamo per la semplificazione dell’assetto istituzionale, per frenare la frammentazione partitica, per restituire governabilità alle istituzioni e trasparenza ai meccanismi elettorali.
Vogliamo restituire dignità alla meritocrazia della competizione elettorale, ristabilire la democraticità del voto e ridurre l’enorme distanza che l’attuale legge elettorale ha determinato nel rapporto tra elettori ed eletti.
Assistiamo sfiduciati e stanchi al “paradosso” di una classe politica che continua a demonizzare la nostra iniziativa, mentre rivela, allo stesso tempo, la propria incapacità a trovare alcuna convergenza per il varo di una riforma parlamentare.
Nel frattempo, nel Paese, s’intensifica un comprensibile ma assai pericoloso sentimento antipolitico che soltanto il referendum sembra in grado di poter arginare canalizzandolo in un progetto propositivo e riformatore.
Il referendum resta, ad oggi, l’unica alternativa al “porcellum”.
E’ questo l’appello che oggi rivolgo a tutti coloro che hanno deciso di “crederci” e che ritengono sia giunta davvero l’ora di cambiare. In maniera credibile e seria, non strumentale.
Ma stiamo attenti, perché senza l’impegno di tutti, rischiamo di spegnere l’unica speranza di riforma fino ad oggi esistente. Non oso immaginare le conseguenze che questo potrebbe determinare per la salute, ormai già pregiudicata, della nostra democrazia.
Abbiamo ancora strada da percorrere e resto fiducioso. La vicinanza e le parole di incoraggiamento spese da tantissimi cittadini, rappresentano le forza autentica di questo progetto che si anima di un’unica tensione civile: l’impegno per un’Italia diversa.
La strada è stata segnata e per una buona parte l’abbiamo percorsa insieme. Proseguiamo determinati, con l’impegno dei cittadini, il desiderio di un Italia diversa resta ancora possibile.
Se falliremo, ciascuno avrà la sua parte, grande o piccola di responsabilità, ma se riusciremo, sarà veramente la vittoria di tutti.
a meno di quaranta giorni dal termine della raccolta delle firme, invito tutti, (proprio tutti!) ad intensificare in maniera significativa gli sforzi.
Il lavoro compiuto fino ad oggi è stato intenso e proficuo, ma non ancora sufficiente. Operiamo tra molte difficoltà, prima tra queste, l’insignificante copertura mediatica di cui ha goduto la nostra iniziativa, che, salvo poche eccezioni, continua a rivelarsi tuttora marginale e insufficiente.
I cittadini, quelli informati, accorrono numerosi e motivati ai banchetti, ma riscontriamo la difficoltà da parte della struttura referendaria, di fronteggiare l’enorme domanda di firme che c’è nel Paese.
Va inoltre segnalato che, considerata la trasversalità della composizione del nostro comitato, le trascorse elezioni amministrative hanno comprensibilmente disperso le energie dei referendari.
Per cui, dopo i risultati assai soddisfacenti ottenuti nel corso del primo mese di strada, devo segnalare, ahimè, un rallentamento significativo della raccolta.
Questo rischierebbe di pregiudicare i risultati finora raggiunti e vanificare i numerosi sacrifici compiuti, a tutti i livelli, dai tanti volontari.
E’ giunta l’ora di raccogliere tutte le energie di cui disponiamo e moltiplicare gli sforzi, perché sono tantissime le attese che i cittadini ripongono nel nostro progetto.
Adesso, più che mai, è necessaria la collaborazione da parte di tutti coloro che credono in questa nostra battaglia contro un’idea notabilare, paternalistica e conservatrice di concepire la politica.
Lavoriamo per la semplificazione dell’assetto istituzionale, per frenare la frammentazione partitica, per restituire governabilità alle istituzioni e trasparenza ai meccanismi elettorali.
Vogliamo restituire dignità alla meritocrazia della competizione elettorale, ristabilire la democraticità del voto e ridurre l’enorme distanza che l’attuale legge elettorale ha determinato nel rapporto tra elettori ed eletti.
Assistiamo sfiduciati e stanchi al “paradosso” di una classe politica che continua a demonizzare la nostra iniziativa, mentre rivela, allo stesso tempo, la propria incapacità a trovare alcuna convergenza per il varo di una riforma parlamentare.
Nel frattempo, nel Paese, s’intensifica un comprensibile ma assai pericoloso sentimento antipolitico che soltanto il referendum sembra in grado di poter arginare canalizzandolo in un progetto propositivo e riformatore.
Il referendum resta, ad oggi, l’unica alternativa al “porcellum”.
E’ questo l’appello che oggi rivolgo a tutti coloro che hanno deciso di “crederci” e che ritengono sia giunta davvero l’ora di cambiare. In maniera credibile e seria, non strumentale.
Ma stiamo attenti, perché senza l’impegno di tutti, rischiamo di spegnere l’unica speranza di riforma fino ad oggi esistente. Non oso immaginare le conseguenze che questo potrebbe determinare per la salute, ormai già pregiudicata, della nostra democrazia.
Abbiamo ancora strada da percorrere e resto fiducioso. La vicinanza e le parole di incoraggiamento spese da tantissimi cittadini, rappresentano le forza autentica di questo progetto che si anima di un’unica tensione civile: l’impegno per un’Italia diversa.
La strada è stata segnata e per una buona parte l’abbiamo percorsa insieme. Proseguiamo determinati, con l’impegno dei cittadini, il desiderio di un Italia diversa resta ancora possibile.
Se falliremo, ciascuno avrà la sua parte, grande o piccola di responsabilità, ma se riusciremo, sarà veramente la vittoria di tutti.
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