di Ilaria Storti
Napoli (dal nostro inviato). Quattro città del Sud (Napoli, Reggio Calabria, Bari, Palermo), oltre 5 mila persone unite in una sola manifestazione, atipica e trasversale. Dal Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel Mondo del Lavoro - composto da Cisl, Movimento Cristiano lavoratori, Compagnia delle Opere, Confartigianato, Confcooperative ed Acli - arriva la chiamata a raccolta di tutti coloro che non vogliono rassegnarsi all'oblio del Mezzogiorno. Un appello "alla partecipazione di tutte le persone di buona volontà impegnate nei nostri movimenti - sottolineaRaffaele Bonanni, nel suo intervento alla manifestazione di Napoli -. E' un appuntamento simbolicamente importante in un momento così delicato della vita nazionale. Un segno di speranza e di impegno, quell'impegno alla partecipazione che ha sollecitato il cardinal Bagnasco. Vogliamo recuperare il coraggio della responsabilità e della testimonianza". Quando chi deve guidare la vita pubblica "smarrisce il senso della sua funzione", secondo il segretario generale della Cisl, "vuol dire che le comunità italiane non riescono fino in fondo a esprimere il meglio che hanno" e "a fare vergognare chi usurpa l'importante funzione che è la politica". Anche per questo il Forum, che non vuole essere "un nuovo partito" o una nuova lobby, ha scelto di mettere al centro di questo impegno la rinascita del Sud e la creazione di una nuova classe dirigente. "A Napoli - ricorda Bonanni - c'è un termovalorizzatore che funziona al 30%. A Salerno c'è voluto un quarto delle risorse per un termovalorizzatore che funziona a pieno regime. Questo è l'emblema di come si opera nel Meridione, dove la spesa viene destinata non per il bene comune ma contro il bene comune. Il Sud può essere la California d'Europa, ma non basta chieder soldi per il Sud, bisogna sapere come si usano. Io - aggiunge il numero uno di Via Po - sono convinto che le risorse, senza una discussione a monte, possono persino rovinare il Mezzogiorno. Qui ci vogliono regole diverse, magari momentanee, ma diverse. Ogni opera pubblica qui deve avere un volto e deve rispettare norme draconiane".
Regole che sono gli stessi cittadini meridionali a esigere, soprattutto di fronte all'imminenza della rivoluzione federalista. Alla Mostra d'Oltremare, sede napoletana dell'iniziativa di ieri, si percepisce immediatamente che le invettive folkloristico-elettorali di Bossi al Sud vengono prese sul serio. E si percepisce che il federalismo qui è temuto, che alla razionalizzazione della spesa si crede poco, mentre si teme molto l'abbandono del Mezzogiorno come una zavorra troppo a lungo tollerata.
"Noi - afferma Lina Lucci, segretario generale della Cisl Campania - dobbiamo fare uno sforzo in più perché la Campania ha una situazione gravissima, debiti per miliardi, disoccupazione altissima. Il risultato di una politica che ha invaso campi, che ha distrutto li tessuto connettivo. L'appello che lanciamo oggi è un appello a intestarci le questioni importanti, emergenziali, e a trovare una condivisione. Se il federalismo - aggiunge Lucci - viene realizzato in assenza di una guida politica di certi processi, allora sarà pericolosissimo. Noi non chiediamo l'elemosina, chiediamo al Governo che si rispettino i parametri perequativi. Non vogliamo essere vittime di sentimenti anti meridionali, che feriscono soprattutto quelli che vogliono farcela".
All'appello, il Forum accompagna delle proposte precise per far ripartire li Mezzogiorno. Le illustraCarlo Costalli, presidente di Mcl: la trasparenza della Pubblica amministrazione; il rifiuto di usare il Pubblico come fonte di assunzioni per risolvere il problema dell'occupazione: la promozione di programmi di educazione alla legalità; la creazione di iniziative per favorire l'ingresso di giovani e donne nel mercato del lavoro con contratti regolari; il contrasto alla povertà attraverso il lavoro. "La politica - aggiunge Costalli - non basta per fare ciò. Chiamiamo a raccolta i cattolici e tutti coloro che si impegnano nella vita pubblica. Siamo vicini alla Cisl per l'impegno nel salvataggio di Pomigliano e chiediamo al Governo un'iniziativa concreta per salvare anche Fincantieri.
La partecipazione dei cittadini comuni, secondo il presidente della Acli di Napoli, è già molto più forte di come venga dipinta a volte sui media. "La coesione sociale di questa area metropolitana - afferma Pasquale Orlando - è tenuta in vita da migliaia di esempi di partecipazione e buona volontà. Il merito di questa giornata è rimettere la gente del Sud al centro del dibattito. Ma oggi, l'unica strada per crescere è affrontare i problemi del lavoro e dell'istruzione. Perché qui, sulla porta del mercato del lavoro, c'è scritto ‘vietato l'ingresso ai giovani'". E un esempio dell'impegno dei cittadini per risollevare il Sud è incarnato dalla cooperativa la Paranza, nata pochi anni fa in uno dei rioni più difficili di Napoli, il rione Sanità. "Oggi - dice Riccardo, uno dei soci della coperativa - è un rione isolato, un po' ghettizzato. Ma è anche un luogo dove ci sono tante realtà positive. La nostra cooperativa nasce per promuovere le bellezze del quartiere e combattere il pregiudizio nei suoi confronti. Nel 2006 abbiamo creato la casa del Monacone, una struttura di accoglienza ricavata da una basilica fatiscente, finanziata dai privati. Da lì è nato il progetto San Gennaro Extra Moenia. Abbiamo avuto in gestione le catacombe del rione e vi portiamo i turisti (col contagocce), però riusciamo a farli entrare. E così abbiamo aperto il quartiere al mondo".
L'impegno del Forum, ricorda Salvatore Del Monaco, presidente della Compagnia delle opere Campania, è dunque quello di "realizzare una socialità diversa, più umana". "Il nostro stare insieme - dice Del Moncao - deve portare a costruire un clima di coesione sociale per contribuire al bene comune. Non vogliamo chiedere dei privilegi ma vogliamo un'inversione di rotta".
Un'inversione di rotta che, secondo Antonio Campese, presidente Confartigianato Campania, è essenziale per il mondo produttivo meridionale. "In Italia- afferma - non si parla mai del diritto al profitto, ossia del mantenimento di regole certe nel medio periodo. Cosa che da noi manca da tempo. Quando si parla di federalismo e deregulation, io mi chiedo se si possa deregolare senza una cultura dell'etica. Non si può fare una deregolamentazione se non c'è una cultura dell'etica, se non c'è certezza delle regole e delle norme".
Dalla Campania giunge, dunque, una richiesta di cambiamento reale. Perché, spiega il presidente di Confcooperative Napoli e Campania, Ferdinando Flagiello, "qui non possiamo più tollerare politiche che difendono le rendite di posizione". "Il federalismo - aggiunge Flagiello - può essere devastante per il Mezzogiorno se non è accompagnata alla razionalizzazione della spesa pubblica e al rientro del deficit regionale".
L'impegno del Forum c'è, dunque, ma i tempi sono strettissimi. "Il Sud è tagliato fuori dall'Europa - ricorda a proposito Bonanni -, proprio mentre nel mondo ci sono popoli che raggiungono lo sviluppo. Senza lo sviluppo non ci sono diritti. Perché i posti di lavoro non si fanno per legge, ma devono essere posti di lavoro reali che vengono creati sul mercato. Al Governo centrale chiediamo una fiscalità di vantaggio che permetta al Sud di essere avvantaggiato, diversamente sarà svantaggiato. Finché c'è sottosviluppo, oligarchie che usano il potere per il bene personale e un mafia che fa da regia, - conclude il segretario della Cisl - il Meridione non rinascerà. Il lavoro è importante, perché noi siamo fatti per esprimere il meglio di noi stessi e per fare di noi stessi delle persone integre. Quando manca il lavoro le persone muoiono perché non possono essere loro stesse".
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