Decreto anticrisi: fiducia anche al Senato Marchionne: alla Fiat 60.000 posti in pericolo Calderoli: abbiamo già dato, Sacconi: vediamo
A Palazzo Madama dibattito blindato. Mercoledì atteso confronto sul futuro dell'auto al tavolo del governo. Il Bonus famiglia resta com'è.
Martina Aureli
Il governo ha posto anche al Senato la fiducia sul decreto anticrisi. Ma si era già capito alla vigilia che era questa l'aria che tirava. I tempi per l'approvazione del decreto scadevano, infatti, il 28 gennaio e in questo modo sia alla Camera che al Senato il decreto voluto dal ministro dell'Economia Tremonti è diventato inemendabile.
La ragione della protesta, ha spiegato Giovanni Legnini (Pd) è stata "la totale indisponibilità del governo a qualsiasi modifica migliorativa del testo".
Anche il sottosegretario all'Economia, Luigi Casero, ha spiegato che "i tempi ristrettissimi di esame del decreto, prossimo alla scadenza, non consentono alcuna modifica".Da qui alla richiesta di porre in votazione il decreto con la blindatura della fiducia il passo è vrevissimo ed è stato compiuto per l'undicesima volta da questo governo.
Anche il sottosegretario all'Economia, Luigi Casero, ha spiegato che "i tempi ristrettissimi di esame del decreto, prossimo alla scadenza, non consentono alcuna modifica".Da qui alla richiesta di porre in votazione il decreto con la blindatura della fiducia il passo è vrevissimo ed è stato compiuto per l'undicesima volta da questo governo.
Marchionne: senza aiuti alla Fiat 60.000 posti a rischio
Non arriverà dal decreto, del resto, la risposta a una crisi economica che si fa sempre più grave. Oggi l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, che non è solito drammatizzare, ha detto che "Il rischio che 60.000 lavoratori del comparto auto, in Italia, restino a casa se non ci sarà un intervento del governo, è reale". L'amministratore delegato della Fiat condivide la stima del segretario nazionale della Fim-Cisl Bruno Vitali e, a questo punto, sale l'attesa per le decisioni che verranno assunte al tavolo convocato per mercoledì dal governo.
Davanti a Palazzo Chigi ci saranno anche i lavoratori della Fiat e dell'indotto auto.
Al Lingotto arriva il commissario europeo Gunter Verheugen, che incontra Marchionne e visita lo stabilimento Iveco, mentre a Mirafiori si parla della crisi nelle assemblee.
Calderoli: incentivi alla Fiat? Abbiamo già dato
"Incentivi alla Fiat? Per quel che ci riguarda - afferma il ministro leghista per la Semplificazione legislativa, Roberto Calderoli - mi sembra che si è già dato. Quella di mercoledì comunque è una riunione durante la quale il governo ascolterà le richieste ed i problemi legati al settore dell'auto. Raccoglieremo le proposte e dopo ne parleremo". "Dal governo - replica Marchionne - ci aspettiamo un intervento per tutto il settore dell'auto, che sta vendendo il 60% in meno dell'anno scorso. Non si tratta di aiutare la Fiat, ma di far ripartire un intero comparto produttivo e tutta l'economia".Un po' diversa da quella di Calderoli, la posizione del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: "C'é un tavolo giustamente convocato per valutare le difficoltà di un grande settore e di tutta la sua filiera".
Anche gli industriali torinesi sollecitano sostegni e investimenti per il settore, "così come hanno fatto o stanno per fare tutti i paesi che hanno produzioni autoveicolistiche". "La presidente di Confindustria condivide le nostre considerazioni", afferma il presidente dell'Unione Industriale di Torino, Gianfranco Carbonato, che a Mantova ha incontrato Emma Marcegaglia per fare il punto in vista dell'incontro di mercoledì a Palazzo Chigi.
Il Bonus famiglia, a questo punto, resta così com'è
Intanto l'atteso e pubblicizzato Bonus famiglia diventa, quindi, effettivo e la scadenza per presentare le domande è al 28 febbraio. Toccherà, poi, all'Agenzia delle Entrate e al ministero dell'Economia dare ulteriori delucidazioni sui quesiti che si sono moltiplicati nelle ultime settimane.
Proprio per questo, in commissione il Partito democratico e Italia dei Valori non hanno partecipato alle votazioni sugli emendamenti e a quella sul mandato ai relatori Maurizio Saia e Riccardo Conti del Pdl a riferire in Aula.
La ragione della protesta, ha spiegato Giovanni Legnini (Pd) è stata "la totale indisponibilità del Governo a qualsiasi modifica migliorativa del testo".
Anche il sottosegretario all'Economia, Luigi Casero, ha spiegato che "i tempi ristrettissimi di esame del decreto, prossimo alla scadenza, non consentono alcuna modifica".
Intanto in aula sono stati depositati circa 500 emendamenti all'intero provvedimento, ma è difficile che ne passi anche uno solo.
L'esempio della Camera: rimarrà tutto come ha deciso Tremonti
Rimarrà tutto come aveva deciso Tremonti. Col maxi-emendamento del governo, sottoposto alla fiducia della Camera, le fasce di reddito per il Bonus famiglia restano le stesse, troppo strette per la gran parte delle famiglie e favorevoli ai single o ai pensionati soli, ma non alle coppie che hanno dei figli. Altro che Bonus famiglia, insomma. L'unica novità, al momento, sembra negativa: sposta, infatti, dal 31 gennaio ai 28 febbraio il termine per la presentazione delle domande al datore di lavoro o all'Inps, per quanto riguarda i pensionati. Ma è convinzione diffusa, anche se non ancora accertata, che così facendo slitterà anche l'arrivo del Bonus in busta paga o sul libretto della pensione.
A questo punto, le possibilità di ripensamento da parte del governo sono minime, perché - una volta approvato in fretta e furia alla Camera - il decreto anticrisi arriverà blindato al Senato. E questa sarà una nuova ragione di malessere per i senatori, ma anche per chi si attendeva - dopo le promesse degli stessi parlamentari del Pdl - qualche significativa novità per le famiglie.
Il colpo di scena è una doppia beffa
Il colpo di scena sul bonus famiglia c'è, ma si traduce in una doppia beffa. Da un lato, infatti, i termini per la presentazione delle domande "scivolano" al 28 febbraio e questo vuol dire che nessuno vedrà il bonus fiscale né nella busta paga di gennaio, né in quella di febbraio. Forse farà la sua apparizione a marzo, ma il grosso si sposterà verso la primavera inoltrata. Altro che intervento per le famiglie in difficoltà a fine 2008.
Dall'altro, le fasce restano quelle fissate dal decreto anti-crisi, ampiamente criticate nelle settimane scorse, perché i fatti dimostreranno (com'è già accaduto per la Social card) che coprono una platea ben più ristretta di quella che è stata tanto pubblicizzata al momento del varo della misura.
Le famiglie anche con due soli figli faticheranno a entrare nei paletti di uno slalom pressocché impossibile se si cumulano i redditi familiari.
350 milioni di euro per gli assegnai familiari
Alessandro Pagano, il parlamentare siciliano del Pdl che aveva presentato un efficace emendamento per correggere le fasce di reddito del Bonus famiglia, cerca ora di mischiare le carte in tavola e dice che, comunque, in commissione è stato varato un aumento degli assegni familiari per 350 milioni di euro. Ma gli assegni sono stati estesi anche ai lavoratori autonomi, riducendone così drasticamente l'impatto, mentre il Forum delle associazioni familiari fa notare - giustamente - che non c'è paragone fra le cifre degli stanziamenti per il Bonus e per gli assegnai messe a confronto: da un lato oltre 2 milioni di euro (che, Social Card insegna) bisognerà vedere se verranno effettivamente spesi e dall'altra parte i 350 milioni appena messi in billancio.
I pannolini per chi ha la Social Card
E' stato inserito, tra gli emendamenti approvati, anche un contributo per l'acquisto di pannolini e latte artificiale per i figli da 0 a 3 mesi. L'aiuto è riservato alla platea che ha già diritto alla social card.
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1 comment:
I should email my pal about it.
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