Colpo di scena sul bonus famiglia, rinviati i termini al 28 febbraio: doppia beffaLo sconto fiscale arriverà solo in primavera, mentre le fasce di reddito non si toccano.di Martina Aureli Il Salvagente.
Il colpo di scena sul bonus famiglia c'è, ma si traduce in una doppia beffa. Da un lato, infatti, i termini per la presentazione delle domande "scivolano" al 28 febbraio e questo vuol dire che nessuno vedrà il bonus fiscale né nella busta paga di gennaio, né in quella di febbraio. Forse farà la sua apparizione a marzo, ma il grosso si sposterà verso la primavera inoltrata. Altro che intervento per le famiglie in difficoltà a fine 2008.Dall'altro, le fasce restano quelle fissate dal decreto anti-crisi, ampiamente criticate nelle settimane scorse, perché i fatti dimostreranno (com'è già accaduto per la Social card) che coprono una platea ben più ristretta di quella che è stata tanto pubblicizzata al momento del varo della misura.Le famiglie anche con due soli figli faticheranno a entrare nei paletti di uno slalom pressocché impossibile se si cumulano i redditi familiari.350 milioni di euro per gli assegnai familiariAlessandro Pagano, il parlamentare siciliano del Pdl che aveva presentato un efficace emendamento per correggere le fasce di reddito del Bonus famiglia, cerca ora di mischiare le carte in tavola e dice che, comunque, in commissione è stato varato un aumento degli assegni familiari per 350 milioni di euro. Ma gli assegni sono stati estesi anche ai lavoratori autonomi, riducendone così drasticamente l'impatto, mentre il Forum delle associazioni familiari fa notare - giustamente - che non c'è paragone fra le cifre degli stanziamenti per il Bonus e per gli assegnai messe a confronto: da un lato oltre 2 milioni di euro (che, Social Card insegna) bisognerà vedere se verranno effettivamente spesi e dall'altra parte i 350 milioni appena messi in billancio.Oltretutto le risorse verranno dai risparmi su un'altra inutile misure molto pubblicizzata al momento dell'inserimento del decreto anticrisi e rivelatasi del tutto inutile: quella sulla norma per gli aiuti ai mutuatari a tasso variabile, oltre il 4%, risibile nel momento in cui l'Euribor è calato (dati di ieri) 2,69%.Per i mutui, è stata, invece, approvata la proposta di revisione sulle regole per la portabilità, con le tariffe dei notai che, rispetto al dimezzamento previsto nella stesura originaria, per le surroghe sono state azzerate. Spetterà loro solo il rimborso spese. Banche e intermediari finanziari non potranno applicare costi di alcun genere, anche in forma indiretta.I pannolini per chi ha la Social CardE' stato inserito, tra gli emendamenti approvati, anche un contributo per l'acquisto di pannolini e latte artificiale per i figli da 0 a 3 mesi. L'aiuto è riservato alla platea che ha già diritto alla social card.Il testo lunedì va in aula, forse con la fiduciaIntanto, nel pomeriggio di sabato, le commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno dato via libera al decreto legge anticrisi che lunedì approderà all'esame dell'Aula. I deputati della maggioranza hanno espresso parere favorevole, con un'unica votazione, a un ultimo pacchetto di emendamenti. Pd, Idv e Udc non hanno votato a favore del mandato al relatore e non hanno approvato l'ultimo pacchetto di novità introdotte.Il deputato dell'Udc, Gian Luca Galletti, ha però spiegato di non condividere il metodo (una sola votazione su una serie di proposte): "Avrei preferito voti distinti", ha infatti detto in commissione, esprimendo poco dopo alcuni pareri favorevoli sui singoli emendamenti.Critico il Pd: il governo lascia solo il paese"Il governo lascia solo il paese. Le misure sono assolutamente inadeguate. Le famiglie, le imprese, i lavoratori sono abbandonati in uno dei momenti più difficili della storia italiana": lo afferma il capogruppo del Pd in commissione Bilancio Pier Paolo Baretta, al termine dei lavori delle Commissioni parlamentari sul decreto legge anticrisi."Non vogliamo fare allarmismi - dice ancora Pier Paolo Baretta - ma il testo che esce dalle commissioni ricalca quello approvato dal governo ed è del tutto insufficiente a rispondere alle necessità del paese".Fra i capitoli che lasciano più dubbi al Pd, "quello relativo alle norme sul trasferimento dei rami d'impresa. Si tratta - spiega Baretta - di una misura pensata per Alitalia e che viene generalizzata dal decreto. Noi avevamo presentato un emendamento soppressivo, ma non è stato accolto e così resta la norma varata dal governo, che apre un vulnus gravissimo perché tutte le imprese potranno scomporre gli assetti societari senza tutele per i lavoratori".Perplessità poi dal Pd anche sul capitolo del massimo scoperto: la stretta introdotta infatti "é ancora troppo morbida", spiega Baretta.Resta, infine, il dubbio se il governo porrà la fiducia:Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Vito, dice che è prematuro pronunciarsi sulla fiducia, ma aggiunge che sicuramente il governo rispetterà "il lavoro svolto nelle commissioni così come è stato rispettato l'impianto originario del provvedimento".
pasquale orlando news sociali: Colpo di scena sul bonus famiglia
Monday, January 12, 2009
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