Wednesday, January 28, 2009

Decreto anticrisi: Il Bonus famiglia resta com'�.

Decreto anticrisi: fiducia anche al Senato Marchionne: alla Fiat 60.000 posti in pericolo Calderoli: abbiamo già dato, Sacconi: vediamo

A Palazzo Madama dibattito blindato. Mercoledì atteso confronto sul futuro dell'auto al tavolo del governo. Il Bonus famiglia resta com'è.

Martina Aureli
Il governo ha posto anche al Senato la fiducia sul decreto anticrisi. Ma si era già capito alla vigilia che era questa l'aria che tirava. I tempi per l'approvazione del decreto scadevano, infatti, il 28 gennaio e in questo modo sia alla Camera che al Senato il decreto voluto dal ministro dell'Economia Tremonti è diventato inemendabile.
La scorsa settimana le commissioni Bilancio e Finanze di palazzo Madama avevano già bocciato tutti gli emendamenti (circa 400) e gli ordini del giorno presentati. Proprio per questo, in commissione il Partito democratico e l'Italia dei Valori non hanno partecipato alle votazioni sugli emendamenti e a quella sul mandato ai relatori Maurizio Saia e Riccardo Conti del Pdl a riferire in Aula.
La ragione della protesta, ha spiegato Giovanni Legnini (Pd) è stata "la totale indisponibilità del governo a qualsiasi modifica migliorativa del testo".
Anche il sottosegretario all'Economia, Luigi Casero, ha spiegato che "i tempi ristrettissimi di esame del decreto, prossimo alla scadenza, non consentono alcuna modifica".Da qui alla richiesta di porre in votazione il decreto con la blindatura della fiducia il passo è vrevissimo ed è stato compiuto per l'undicesima volta da questo governo.

Marchionne: senza aiuti alla Fiat 60.000 posti a rischio


Non arriverà dal decreto, del resto, la risposta a una crisi economica che si fa sempre più grave. Oggi l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, che non è solito drammatizzare, ha detto che "Il rischio che 60.000 lavoratori del comparto auto, in Italia, restino a casa se non ci sarà un intervento del governo, è reale". L'amministratore delegato della Fiat condivide la stima del segretario nazionale della Fim-Cisl Bruno Vitali e, a questo punto, sale l'attesa per le decisioni che verranno assunte al tavolo convocato per mercoledì dal governo.
Davanti a Palazzo Chigi ci saranno anche i lavoratori della Fiat e dell'indotto auto.
Al Lingotto arriva il commissario europeo Gunter Verheugen, che incontra Marchionne e visita lo stabilimento Iveco, mentre a Mirafiori si parla della crisi nelle assemblee.

Calderoli: incentivi alla Fiat? Abbiamo già dato

"Incentivi alla Fiat? Per quel che ci riguarda - afferma il ministro leghista per la Semplificazione legislativa, Roberto Calderoli - mi sembra che si è già dato. Quella di mercoledì comunque è una riunione durante la quale il governo ascolterà le richieste ed i problemi legati al settore dell'auto. Raccoglieremo le proposte e dopo ne parleremo". "Dal governo - replica Marchionne - ci aspettiamo un intervento per tutto il settore dell'auto, che sta vendendo il 60% in meno dell'anno scorso. Non si tratta di aiutare la Fiat, ma di far ripartire un intero comparto produttivo e tutta l'economia".
Un po' diversa da quella di Calderoli, la posizione del ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: "C'é un tavolo giustamente convocato per valutare le difficoltà di un grande settore e di tutta la sua filiera".
Anche gli industriali torinesi sollecitano sostegni e investimenti per il settore, "così come hanno fatto o stanno per fare tutti i paesi che hanno produzioni autoveicolistiche". "La presidente di Confindustria condivide le nostre considerazioni", afferma il presidente dell'Unione Industriale di Torino, Gianfranco Carbonato, che a Mantova ha incontrato Emma Marcegaglia per fare il punto in vista dell'incontro di mercoledì a Palazzo Chigi.


Il Bonus famiglia, a questo punto, resta così com'è

Intanto l'atteso e pubblicizzato Bonus famiglia diventa, quindi, effettivo e la scadenza per presentare le domande è al 28 febbraio. Toccherà, poi, all'Agenzia delle Entrate e al ministero dell'Economia dare ulteriori delucidazioni sui quesiti che si sono moltiplicati nelle ultime settimane.
Oggi, infatti, il decreto anticrisi approda al Senato alle 15, addirittura con una variazione al calendario di Palazzo Madama, che non prevede lavori in aula di lunedì.
Ma i tempi per l'approvazione del decreto sono strettissimi, visto che il provvedimento, blindato dalla maggioranza, scade il 28 gennaio, cioè dopodomani. La scorsa settimana le commissioni Bilancio e Finanze di palazzo Madama avevano bocciato tutti gli emendamenti (circa 400) e gli ordini del giorno presentati.
Proprio per questo, in commissione il Partito democratico e Italia dei Valori non hanno partecipato alle votazioni sugli emendamenti e a quella sul mandato ai relatori Maurizio Saia e Riccardo Conti del Pdl a riferire in Aula.
La ragione della protesta, ha spiegato Giovanni Legnini (Pd) è stata "la totale indisponibilità del Governo a qualsiasi modifica migliorativa del testo".
Anche il sottosegretario all'Economia, Luigi Casero, ha spiegato che "i tempi ristrettissimi di esame del decreto, prossimo alla scadenza, non consentono alcuna modifica".
Intanto in aula sono stati depositati circa 500 emendamenti all'intero provvedimento, ma è difficile che ne passi anche uno solo.
Altrimenti il decreto dovrebbe tornare alla Camera e non ci sarebbero i tempi per convertirlo in legge.

L'esempio della Camera: rimarrà tutto come ha deciso Tremonti

Rimarrà tutto come aveva deciso Tremonti. Col maxi-emendamento del governo, sottoposto alla fiducia della Camera, le fasce di reddito per il Bonus famiglia restano le stesse, troppo strette per la gran parte delle famiglie e favorevoli ai single o ai pensionati soli, ma non alle coppie che hanno dei figli. Altro che Bonus famiglia, insomma. L'unica novità, al momento, sembra negativa: sposta, infatti, dal 31 gennaio ai 28 febbraio il termine per la presentazione delle domande al datore di lavoro o all'Inps, per quanto riguarda i pensionati. Ma è convinzione diffusa, anche se non ancora accertata, che così facendo slitterà anche l'arrivo del Bonus in busta paga o sul libretto della pensione.
A questo punto, le possibilità di ripensamento da parte del governo sono minime, perché - una volta approvato in fretta e furia alla Camera - il decreto anticrisi arriverà blindato al Senato. E questa sarà una nuova ragione di malessere per i senatori, ma anche per chi si attendeva - dopo le promesse degli stessi parlamentari del Pdl - qualche significativa novità per le famiglie.

Il colpo di scena è una doppia beffa

Il colpo di scena sul bonus famiglia c'è, ma si traduce in una doppia beffa. Da un lato, infatti, i termini per la presentazione delle domande "scivolano" al 28 febbraio e questo vuol dire che nessuno vedrà il bonus fiscale né nella busta paga di gennaio, né in quella di febbraio. Forse farà la sua apparizione a marzo, ma il grosso si sposterà verso la primavera inoltrata. Altro che intervento per le famiglie in difficoltà a fine 2008.
Dall'altro, le fasce restano quelle fissate dal decreto anti-crisi, ampiamente criticate nelle settimane scorse, perché i fatti dimostreranno (com'è già accaduto per la Social card) che coprono una platea ben più ristretta di quella che è stata tanto pubblicizzata al momento del varo della misura.
Le famiglie anche con due soli figli faticheranno a entrare nei paletti di uno slalom pressocché impossibile se si cumulano i redditi familiari.

350 milioni di euro per gli assegnai familiari

Alessandro Pagano, il parlamentare siciliano del Pdl che aveva presentato un efficace emendamento per correggere le fasce di reddito del Bonus famiglia, cerca ora di mischiare le carte in tavola e dice che, comunque, in commissione è stato varato un aumento degli assegni familiari per 350 milioni di euro. Ma gli assegni sono stati estesi anche ai lavoratori autonomi, riducendone così drasticamente l'impatto, mentre il Forum delle associazioni familiari fa notare - giustamente - che non c'è paragone fra le cifre degli stanziamenti per il Bonus e per gli assegnai messe a confronto: da un lato oltre 2 milioni di euro (che, Social Card insegna) bisognerà vedere se verranno effettivamente spesi e dall'altra parte i 350 milioni appena messi in billancio.
Oltretutto le risorse verranno dai risparmi su un'altra inutile misure molto pubblicizzata al momento dell'inserimento del decreto anticrisi e rivelatasi del tutto inutile: quella sulla norma per gli aiuti ai mutuatari a tasso variabile, oltre il 4%, risibile nel momento in cui l'Euribor è calato (dati di ieri) 2,69%.
Per i mutui, è stata, invece, approvata la proposta di revisione sulle regole per la portabilità, con le tariffe dei notai che, rispetto al dimezzamento previsto nella stesura originaria, per le surroghe sono state azzerate. Spetterà loro solo il rimborso spese. Banche e intermediari finanziari non potranno applicare costi di alcun genere, anche in forma indiretta.

I pannolini per chi ha la Social Card

E' stato inserito, tra gli emendamenti approvati, anche un contributo per l'acquisto di pannolini e latte artificiale per i figli da 0 a 3 mesi. L'aiuto è riservato alla platea che ha già diritto alla social card.

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Federalismo fiscale e mezzogiorno. Il testo approvato al Senato non risolve tutti i problemi.

Il provvedimento sul “federalismo fiscale” approvato dal Senato contiene alcune novità, frutto del confronto tra maggioranza e opposizione in commissione e in aula. Tuttavia, vi sono ancora questioni fondamentali irrisolte e scelte estremamente rischiose per il futuro del Mezzogiorno, che dovranno essere affrontate nel corso della discussione nell’altro ramo del Parlamento. Infatti, la posizione espressa da Tremonti – secondo cui è “impossibile dare i numeri” e, quindi, indicare concretamente le modalità di copertura finanziaria del disegno di legge, vanificando la necessità di scongiurare aumenti di tasse a danno dei cittadini – manifesta una grave nebulosità su un aspetto costitutivo del provvedimento. Infatti, l’art. 119 della Costituzione prevede, tra l’altro, che la somma delle risorse derivanti dai tributi nazionali e locali, nonché dal fondo perequativo, debba consentire “ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite”. Inoltre, la mancanza di qualsiasi collegamento ad un progetto di riforma delle istituzioni – che non può essere surrogato dalla Carta delle autonomie locali, la cui presentazione è stata solo annunciata da Calderoli – rende meno plausibile il percorso di una normativa, che rischia di scaricare sui livelli territoriali dello Stato la recessione del paese e i costi della riduzione inevitabile della spesa pubblica. Si dice che, in ogni caso, la crisi economica può rappresentare un’occasione per modificare nel profondo i meccanismi di impiego delle risorse pubbliche, che in questi anni hanno prodotto sperperi, malversazioni e inefficienze, soprattutto al Sud. Questo aspetto dell’assunzione piena di responsabilità da parte di chi ha il compito di governare l’amministrazione pubblica e di erogare servizi efficienti ai cittadini è di fondamentale importanza anche per avviare una nuova fase del meridionalismo, ma, alla luce dell’esperienza della fine dell’intervento straordinario, non sembra affatto scontato che il semplice taglio delle risorse finanziarie produca una riduzione del divario. Sorge il dubbio, allora, che per riformare profondamente il Mezzogiorno occorrano provvedimenti seri contro ogni forma di assistenzialismo e di spreco, accompagnati, però, da una politica in grado di rendere efficace l’azione delle istituzioni centrali e periferiche, visibile l’assunzione di responsabilità e credibile una prospettiva di superamento del dualismo. Questo è quanto prevede anche l’art. 119 della Costituzione, che recita testualmente: “Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l’effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni”. Non sembra che questa parte del dettato costituzionale abbia ricevuto ancora una risposta adeguata dal testo sul “federalismo fiscale”, che pure avrebbe il compito di attuarlo. Le novità del disegno di legge riguardano aspetti di un certo rilievo, come, ad esempio: il “patto di convergenza” su costi e fabbisogni standard, che, presentato con il DPEF, servirà a consentire il conseguimento degli obiettivi previsti attraverso azioni correttive; il sistema dei premi per le Regioni e gli enti territoriali che, a fronte di un elevato livello dei servizi, garantiscano una pressione fiscale inferiore alla media, nonché il sistema delle sanzioni, fino al commissariamento, per gli enti non virtuosi.

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Friday, January 16, 2009

Facebook e 'o prufessore Cutolo

L'allarme dell'esponente del Pd: mafia e camorra utilizzano il sito per farsi propaganda e creare proseliti



NAPOLI — Se pure fosse una goliardata, il presidente della commissione antimafia l'ha presa piuttosto male. L'ex ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu, dopo aver ricevuto nella casella email del senato diverse comunicazioni riguardanti i gruppi di Facebook che inneggiano a noti camorristi, ha deciso di parlarne col ministro Maroni reputando «indispensabile che la polizia postale si occupi della questione». Lo riferisce la parlamentare del Pd Luisa Bossa, ex sindaca di Ercolano ed oggi componente della commissione antimafia, la quale ha scritto un'interrogazione a Maroni chiedendo «se siano previste unità specializzate all'interno della Direzione Investigativa Antimafia che si occupano specificatamente di infiltrazioni mafiose su internet». «Appare ormai evidente — scrive la parlamentare — che la mafia usa i mezzi moderni della comunicazione per scopi propagandistici e per crearsi le basi per i suoi affari criminali. Ne sono un esempio eclatante i numerosi gruppi nati su un social network diffusissimo come Facebook in onore di boss come Raffaele Cutolo, Totò Riina e Bernardo Provenzano. Questo fenomeno, denunciato anche dal Procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, non va sottovalutato. Si tratta di una vera e propria infiltrazione mafiosa». L'ex sindaca di Ercolano, più volte impegnata nella difficile lotta ai clan già durante il suo mandato, ha parlato col presidente Pisanu della questione Facebook. Pisanu ha risposto: «Incontrerò Maroni per decidere su cosa fare nell'immediato futuro. Credo che occorra attivare la polizia postale. Al ministro ho consegnato personalmente la lista dei siti antimafia che mi hanno inviato comunicazioni relative di gruppi filo-camorristici ». «Ho fatto il sindaco in una zona di camorra per diversi anni — commenta Luisa Bossa — E' mortificante, dopo tutto il lavoro fatto sulla legalità, dopo tutto l'impegno profuso per far crescere una generazione più sana insieme con le scuole, le parrocchie e le agenzie educative, vedere questi siti internet aperti a tutti in cui, per scherzo o per serietà, si inneggia ai capi della criminalità organizzata».


tratto da:
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Monday, January 12, 2009

Colpo di scena sul bonus famiglia

Colpo di scena sul bonus famiglia, rinviati i termini al 28 febbraio: doppia beffaLo sconto fiscale arriverà solo in primavera, mentre le fasce di reddito non si toccano.di Martina Aureli Il Salvagente.
Il colpo di scena sul bonus famiglia c'è, ma si traduce in una doppia beffa. Da un lato, infatti, i termini per la presentazione delle domande "scivolano" al 28 febbraio e questo vuol dire che nessuno vedrà il bonus fiscale né nella busta paga di gennaio, né in quella di febbraio. Forse farà la sua apparizione a marzo, ma il grosso si sposterà verso la primavera inoltrata. Altro che intervento per le famiglie in difficoltà a fine 2008.Dall'altro, le fasce restano quelle fissate dal decreto anti-crisi, ampiamente criticate nelle settimane scorse, perché i fatti dimostreranno (com'è già accaduto per la Social card) che coprono una platea ben più ristretta di quella che è stata tanto pubblicizzata al momento del varo della misura.Le famiglie anche con due soli figli faticheranno a entrare nei paletti di uno slalom pressocché impossibile se si cumulano i redditi familiari.350 milioni di euro per gli assegnai familiariAlessandro Pagano, il parlamentare siciliano del Pdl che aveva presentato un efficace emendamento per correggere le fasce di reddito del Bonus famiglia, cerca ora di mischiare le carte in tavola e dice che, comunque, in commissione è stato varato un aumento degli assegni familiari per 350 milioni di euro. Ma gli assegni sono stati estesi anche ai lavoratori autonomi, riducendone così drasticamente l'impatto, mentre il Forum delle associazioni familiari fa notare - giustamente - che non c'è paragone fra le cifre degli stanziamenti per il Bonus e per gli assegnai messe a confronto: da un lato oltre 2 milioni di euro (che, Social Card insegna) bisognerà vedere se verranno effettivamente spesi e dall'altra parte i 350 milioni appena messi in billancio.Oltretutto le risorse verranno dai risparmi su un'altra inutile misure molto pubblicizzata al momento dell'inserimento del decreto anticrisi e rivelatasi del tutto inutile: quella sulla norma per gli aiuti ai mutuatari a tasso variabile, oltre il 4%, risibile nel momento in cui l'Euribor è calato (dati di ieri) 2,69%.Per i mutui, è stata, invece, approvata la proposta di revisione sulle regole per la portabilità, con le tariffe dei notai che, rispetto al dimezzamento previsto nella stesura originaria, per le surroghe sono state azzerate. Spetterà loro solo il rimborso spese. Banche e intermediari finanziari non potranno applicare costi di alcun genere, anche in forma indiretta.I pannolini per chi ha la Social CardE' stato inserito, tra gli emendamenti approvati, anche un contributo per l'acquisto di pannolini e latte artificiale per i figli da 0 a 3 mesi. L'aiuto è riservato alla platea che ha già diritto alla social card.Il testo lunedì va in aula, forse con la fiduciaIntanto, nel pomeriggio di sabato, le commissioni Bilancio e Finanze della Camera hanno dato via libera al decreto legge anticrisi che lunedì approderà all'esame dell'Aula. I deputati della maggioranza hanno espresso parere favorevole, con un'unica votazione, a un ultimo pacchetto di emendamenti. Pd, Idv e Udc non hanno votato a favore del mandato al relatore e non hanno approvato l'ultimo pacchetto di novità introdotte.Il deputato dell'Udc, Gian Luca Galletti, ha però spiegato di non condividere il metodo (una sola votazione su una serie di proposte): "Avrei preferito voti distinti", ha infatti detto in commissione, esprimendo poco dopo alcuni pareri favorevoli sui singoli emendamenti.Critico il Pd: il governo lascia solo il paese"Il governo lascia solo il paese. Le misure sono assolutamente inadeguate. Le famiglie, le imprese, i lavoratori sono abbandonati in uno dei momenti più difficili della storia italiana": lo afferma il capogruppo del Pd in commissione Bilancio Pier Paolo Baretta, al termine dei lavori delle Commissioni parlamentari sul decreto legge anticrisi."Non vogliamo fare allarmismi - dice ancora Pier Paolo Baretta - ma il testo che esce dalle commissioni ricalca quello approvato dal governo ed è del tutto insufficiente a rispondere alle necessità del paese".Fra i capitoli che lasciano più dubbi al Pd, "quello relativo alle norme sul trasferimento dei rami d'impresa. Si tratta - spiega Baretta - di una misura pensata per Alitalia e che viene generalizzata dal decreto. Noi avevamo presentato un emendamento soppressivo, ma non è stato accolto e così resta la norma varata dal governo, che apre un vulnus gravissimo perché tutte le imprese potranno scomporre gli assetti societari senza tutele per i lavoratori".Perplessità poi dal Pd anche sul capitolo del massimo scoperto: la stretta introdotta infatti "é ancora troppo morbida", spiega Baretta.Resta, infine, il dubbio se il governo porrà la fiducia:Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Vito, dice che è prematuro pronunciarsi sulla fiducia, ma aggiunge che sicuramente il governo rispetterà "il lavoro svolto nelle commissioni così come è stato rispettato l'impianto originario del provvedimento".


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DL ANTICRISI: BAIO-BOBBA (PD), BONUS FAMIGLIE INADEGUATO

DL ANTICRISI: BAIO-BOBBA (PD), BONUS FAMIGLIE INADEGUATO
(ASCA) - Roma, 12 gen - ''Il bonus famiglie non e' per le famiglie. Il decreto anticrisi appena licenziato dalla commissione bilancio della Camera e' inadeguato a far fronte alla crisi economica delle famiglie, soprattutto quelle con figli minori e numerose''. Lo affermano i parlamentari del Pd Emanuela Baio e Luigi Bobba, commentando l'articolo apparso ieri su Avvenire ed oggi sul Corriere della Sera.''La famiglia con figli minori, quella con disabili e anziani a carico, dove si fa fatica ad arrivare a fine mese, dove si concentra la poverta' non e' nemmeno sfiorata da questo provvedimento, che invece - sostengono i due parlamentari - si rivolge ai single o alle coppie senza figli con redditi bassi. Per questo Governo sposarsi e avere figli significa avere carichi fiscali ed essere svantaggiati economicamente, in alcuni casi vuol dire essere poveri''.''Avevo gia' fatto presente in commissione lavoro il 16 dicembre scorso - prosegue Bobba- che la parametrazione utilizzata non poteva soddisfare i bisogni delle famiglie, anzi crea una del tutto ingiustificata discriminazione tra chi convive e chi e' regolarmente sposato con figli''. E continua Baio ''A due giorni dall'inizio del VI incontro mondiale delle famiglie a Citta' del Messico, organizzato dal Pontificio Consiglio della Famiglia, dove saro' presente per il Senato, avrei voluto portare una testimonianza forte della politica italiana, che evidenzi un'azione significativa nei confronti di chi decide di prendere delle responsabilita' nei confronti della societa', sposandosi e creando una famiglia orientata sulla stabilita' e sui figli, di chi crede nell'articolo 29 della Costituzione e vede la famiglia come vero tessuto primario della societa'. Un'altra importante occasione persa''.''Ci si aspettava una sferzata importante per ridare fiducia alle famiglie- concludono i parlamentari- ma i dati del CAF della Cisl parlano chiaro ed evidenziano che solo il 18% dei nuclei familiari potra' beneficiare del bonus, mentre il paradosso finale e' che di questa percentuale la maggior parte di beneficiari e' formata da coppie conviventi, in quanto potranno presentare una doppia richiesta e quindi usufruire di un bonus doppio. La centralita' della famiglia per questo Governo serve solo per gli spot elettorali e quando si tratta di fare politiche concrete il centrodestra e' single''.


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