"La caccia ai rom che si �scatenata a Ponticelli con incendi delle baracche e lancio di bottiglie molotov �un episodio indegno di un paese civile perch�colpisce bambini innocenti ed esseri umani sfortunati. Certa politica, che non progetta nulla per l'integrazione di milioni di stranieri presenti in Italia , pensa di rimuovere le sue colpe facendo organizzare la caccia al diverso con blitz polizieschi e arresti che ricordano altri tempi molto tristi per la democrazia e consentendo alla camorra di incendiare , distruggere e anche rubare nelle misere baracche dei rom."
pasquale orlando: ANCHE NOI SIAMO ROM ANCHE NOI SIAMO IMMIGRATI:
Sunday, May 25, 2008
Don Gennaro Matino presenta il nuovo Portale ed il progetto di Informatizzazione della Diocesi
Benvenuti nella nuova strada della comunicazione che ha intrapreso la Diocesi di Napoli!
Il Cardinale Arcivescovo sin dal suo insediamento nella città partenopea, ha aperto le frontiere della comunicazione per aprirsi alla città: ai giovani, alle parrocchie, ai volontari, ai suoi stessi sacerdoti.
Ha voluto imprimere un forte segno di rinnovamento. Rinnovarsi significa innovarsi, scegliere nuove strategie comunicative . Internet è una di queste.
Con la nascita del portale e del progetto di informatizzazione della Diocesi di Napoli, accogliamo tutti una sfida importante e gravosa ma che se ben affrontata può portare frutto. Per comunicare in Internet occorre essere "dentro" Internet. Certo il mondo della rete è pieno di insidie ma anche di grandi potenzialità.
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pasquale orlando: Don Gennaro Matino presenta il nuovo Portale ed il progetto di Informatizzazione della Diocesi
Il Cardinale Arcivescovo sin dal suo insediamento nella città partenopea, ha aperto le frontiere della comunicazione per aprirsi alla città: ai giovani, alle parrocchie, ai volontari, ai suoi stessi sacerdoti.
Ha voluto imprimere un forte segno di rinnovamento. Rinnovarsi significa innovarsi, scegliere nuove strategie comunicative . Internet è una di queste.
Con la nascita del portale e del progetto di informatizzazione della Diocesi di Napoli, accogliamo tutti una sfida importante e gravosa ma che se ben affrontata può portare frutto. Per comunicare in Internet occorre essere "dentro" Internet. Certo il mondo della rete è pieno di insidie ma anche di grandi potenzialità.
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Sunday, May 18, 2008
Aiuti al Sud, parte il credito d’imposta
I nuovi strumenti di incentivazione al Mezzogiorno sono ormai partiti e operativi. L’Agenzia delle Entrate ha dato da alcuni giorni il via libera al credito d’imposta per nuovi investimenti già dal 2007, e ieri a quello per nuova occupazione nelle aree ex Obiettivo 1, che decolla dal 2008. Si tratta di agevolazioni automatiche di natura fiscale, le quali hanno sostituito il vecchio armamentario di contributi alle aziende attraverso la legge 488.
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pasquale orlando: Aiuti al Sud, parte il credito d’imposta
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Acli: Dall’emergenza al futuro possibile. La strategia delle ACLI del Sud.
Resta molto da fare....
Tutte le ACLI meridionali riunite a Napoli il 15 febbraio scorso hanno avviato un dialogo con il nazionale di grande livello e di proposizione politica alta rovesciando la tradizionale immagine di un mezzogiorno depresso alla ricerca di cooptazioni e piccole prebende.Le indicazioni emerse dal convegno “Mezzogiorno, dall’emergenza al Futuro possibile” promosso da un’intesa tra le ACLI di tutte le regioni meridionali segnalano la necessità di ripartire dai territori attraverso un cambio di mentalità, lavorando sia sulla lettura dei bisogni che sul riconoscimento di forti rappresentanze in grado di interloquire costruttivamente nei processi nazionali indispensabili nella costruzione del bene comune.
Un ragionamento territoriale dentro la sfida nazionale richiede paradossalmente di superare eccessive frammentazioni che indeboliscono la visibilità delle esigenze vere delle diverse aree del paese.In questo senso, come per la politica economica italiana, emerge anche per le organizzazioni sociali, il tema delle macroregioni che sono lo strumento per rendere efficace e credibile l’elaborazione e la rappresentanza.
Nelle ACLI questo argomento torna carsicamente nel dibattito e il congresso nazionale con l'approvazione di un ordine del giorno e di un capoverso della mozione finale oltre che nella relazione e nella replica del Presidente ne ha preso atto recependo i risultati dell'incontro di Napoli.
Ora si tratta di rendere concreti questi impegni congressuali.
Del resto non partiamo da zero. L’incontro di Napoli ha presentato una Associazione nel Sud in crescita, con gruppi dirigenti motivati e consapevoli delle sfide sul terreno e della propria nuova responsabilità.
Nei nuovi organismi nazionali, più del passato, dirigenti espressione di questa nuova stagione sono stati coinvolti.
Resta indubbiamente un pregiudizio che peraltro è alimentato da una fase politica in cui a prevalere sono gli istinti primordiali del far da sè. Pregiudizio che non è assente anche nell'associazionismo che nel nord del paese è coinvolto da una montante marea a partire dai singoli territori.
Le ACLI del Sud portano all’Associazione nel suo complesso una vera e propria dinamica associativa fatta di partecipazione e risultati in una fase in cui il rischio di appiattimento burocratico incide sulla vita di tutte le grandi organizzazioni sociali.
Dalle Acli del Sud viene quindi un’offerta di progettualità e competenze per costruire un grande futuro per l’associazione.
Le ACLI meridionali hanno assunto a Napoli impegni precisi che poniamo all’attenzione di tutto il movimento:
1. Costruire un coordinamento politico tra le regioni meridionali che si impegnano a considerarsi una macroregione lavorando innanzitutto nello scambio di esperienze per valorizzare le esperienze pilota e favorire buone prassi.In quest’ottica cresce l’esigenza di una rappresentanza autorevole e non frammentata obbligata al sostegno minuto ma in grado di favorire investimenti ed azioni positive e diffuse.
2. Affrontare insieme con la creazione di un centro di progettazione integrata le opportunità che per il 2007/2013 vengono offerte dall’Unione Europea alle Regioni dell’ Obiettivo 1.Un vero e proprio staff in grado di sostenere la programmazione regionale nell’ambito del QSN., per passare dalle intuizioni alla cantierabilità delle nostre scelte territoriali. Le grandi risorse destinate alle nostre aree, con l’impegno delle ACLI, possono servire nella legalità e nell’efficienza ad uno sviluppo solido e duraturo che non può vederci estranei.
3. In questo senso va perseguita una vera e propria infrastrutturazione del sistema Acli meridionale irrobustendo e diffondendo un sistema di imprese che resta l’anello debole di una associazione altrimenti in crescita.
4. Condividere e gestire le scelte formative per i nostri quadri in modo da garantire una nuova generazione di dirigenti consapevoli e preparati ad agire nel quadro di governance individuato.
5. Approntare una vera e propria task force in grado di sostenere lo sviluppo associativo supportando le aree di crisi e sostenendo i processi locali.
C’è un mezzogiorno nelle ACLI che vuole andare oltre l’emergenza offrendo un contributo forte a tutta l’Associazione. Cominceremo a farlo hic et nunc.
Non si chiede niente a nessuno.
Si vuole costruire un percorso virtuoso capace di cambiare le cose e renderle migliori. Se poi insieme si comprende che è necessario un investimento comune, sarebbe utile per fare di più e meglio. Un pò come fanno tutte le altre organizzazioni che affrontano con successo le sfide che si concentreranno nel Sud nei prossimi anni.
pasquale orlando: Acli: Dall’emergenza al futuro possibile. La strategia delle ACLI del Sud.
Tutte le ACLI meridionali riunite a Napoli il 15 febbraio scorso hanno avviato un dialogo con il nazionale di grande livello e di proposizione politica alta rovesciando la tradizionale immagine di un mezzogiorno depresso alla ricerca di cooptazioni e piccole prebende.Le indicazioni emerse dal convegno “Mezzogiorno, dall’emergenza al Futuro possibile” promosso da un’intesa tra le ACLI di tutte le regioni meridionali segnalano la necessità di ripartire dai territori attraverso un cambio di mentalità, lavorando sia sulla lettura dei bisogni che sul riconoscimento di forti rappresentanze in grado di interloquire costruttivamente nei processi nazionali indispensabili nella costruzione del bene comune.
Un ragionamento territoriale dentro la sfida nazionale richiede paradossalmente di superare eccessive frammentazioni che indeboliscono la visibilità delle esigenze vere delle diverse aree del paese.In questo senso, come per la politica economica italiana, emerge anche per le organizzazioni sociali, il tema delle macroregioni che sono lo strumento per rendere efficace e credibile l’elaborazione e la rappresentanza.
Nelle ACLI questo argomento torna carsicamente nel dibattito e il congresso nazionale con l'approvazione di un ordine del giorno e di un capoverso della mozione finale oltre che nella relazione e nella replica del Presidente ne ha preso atto recependo i risultati dell'incontro di Napoli.
Ora si tratta di rendere concreti questi impegni congressuali.
Del resto non partiamo da zero. L’incontro di Napoli ha presentato una Associazione nel Sud in crescita, con gruppi dirigenti motivati e consapevoli delle sfide sul terreno e della propria nuova responsabilità.
Nei nuovi organismi nazionali, più del passato, dirigenti espressione di questa nuova stagione sono stati coinvolti.
Resta indubbiamente un pregiudizio che peraltro è alimentato da una fase politica in cui a prevalere sono gli istinti primordiali del far da sè. Pregiudizio che non è assente anche nell'associazionismo che nel nord del paese è coinvolto da una montante marea a partire dai singoli territori.
Le ACLI del Sud portano all’Associazione nel suo complesso una vera e propria dinamica associativa fatta di partecipazione e risultati in una fase in cui il rischio di appiattimento burocratico incide sulla vita di tutte le grandi organizzazioni sociali.
Dalle Acli del Sud viene quindi un’offerta di progettualità e competenze per costruire un grande futuro per l’associazione.
Le ACLI meridionali hanno assunto a Napoli impegni precisi che poniamo all’attenzione di tutto il movimento:
1. Costruire un coordinamento politico tra le regioni meridionali che si impegnano a considerarsi una macroregione lavorando innanzitutto nello scambio di esperienze per valorizzare le esperienze pilota e favorire buone prassi.In quest’ottica cresce l’esigenza di una rappresentanza autorevole e non frammentata obbligata al sostegno minuto ma in grado di favorire investimenti ed azioni positive e diffuse.
2. Affrontare insieme con la creazione di un centro di progettazione integrata le opportunità che per il 2007/2013 vengono offerte dall’Unione Europea alle Regioni dell’ Obiettivo 1.Un vero e proprio staff in grado di sostenere la programmazione regionale nell’ambito del QSN., per passare dalle intuizioni alla cantierabilità delle nostre scelte territoriali. Le grandi risorse destinate alle nostre aree, con l’impegno delle ACLI, possono servire nella legalità e nell’efficienza ad uno sviluppo solido e duraturo che non può vederci estranei.
3. In questo senso va perseguita una vera e propria infrastrutturazione del sistema Acli meridionale irrobustendo e diffondendo un sistema di imprese che resta l’anello debole di una associazione altrimenti in crescita.
4. Condividere e gestire le scelte formative per i nostri quadri in modo da garantire una nuova generazione di dirigenti consapevoli e preparati ad agire nel quadro di governance individuato.
5. Approntare una vera e propria task force in grado di sostenere lo sviluppo associativo supportando le aree di crisi e sostenendo i processi locali.
C’è un mezzogiorno nelle ACLI che vuole andare oltre l’emergenza offrendo un contributo forte a tutta l’Associazione. Cominceremo a farlo hic et nunc.
Non si chiede niente a nessuno.
Si vuole costruire un percorso virtuoso capace di cambiare le cose e renderle migliori. Se poi insieme si comprende che è necessario un investimento comune, sarebbe utile per fare di più e meglio. Un pò come fanno tutte le altre organizzazioni che affrontano con successo le sfide che si concentreranno nel Sud nei prossimi anni.
pasquale orlando: Acli: Dall’emergenza al futuro possibile. La strategia delle ACLI del Sud.
Tuesday, May 13, 2008
Stranieri: Acli, no al reato di immigrazione clandestina
Stranieri: Acli, no al reato di immigrazione clandestina
Le anticipazioni sul Pacchetto Sicurezza allo studio del nuovo governo
Roma, 13 maggio 2008 - Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani esprimono «forti preoccupazioni» per le anticipazioni sui contenuti del Pacchetto Sicurezza che il Governo si preparerebbe a varare. «I reati commessi da cittadini stranieri vanno certamente perseguiti - afferma il presidente delle Acli Andrea Olivero - ma non vanno demonizzati gli stranieri presenti sul territorio, come se fossero gli unici responsabili di una percezione di insicurezza che sembra ormai pervadere i cittadini italiani e gli stessi immigrati».
Non servono, secondo le Acli «proclami e annunci che criminalizzano indistintamente una realtà», come l'ipotesi del ricorso all'esercito, ma «politiche certe ed efficaci di sicurezza, destinate tuttavia ad essere inefficaci se non affiancate da seri interventi di riqualificazione urbana, di mediazione, di accompagnamento». Viene giudicata «buona» la logica dei patti territoriali, ma non limitati alla questione dell'ordine pubblico: «Costruiamo invece dei tavoli locali sulla sicurezza e l'integrazione. Per costruire una società sicura, infatti, servono iniziative che incidano sulla qualità della vita delle persone, italiani e stranieri, che si sviluppa nei vari spazi di socializzazione: la scuola, il quartiere, il lavoro, il tempo libero».
«Assolutamente contrarie» le Acli all'introduzione del reato di immigrazione clandestina, una «misura demagogica - la definisce Olivero - tanto inutile quanto pericolosa per le ricadute sul piano sociale e culturale. Come è possibile mettere insieme senza distinzioni il disagio e spesso la disperazione delle persone che lasciano le proprie case e i propri affetti con le attività illecite e criminali di chi sfrutta il fenomeno migratorio? Perché non introdurre, a questo punto, il reato di povertà?».
Sì, invece, all'emersione dei lavoratori immigrati irregolari. «L'irregolarità di molti stranieri - aggiunge Olivero - è dovuta soprattutto a un sistema legislativo limitato e poco lungimirante, che rende angusto l'accesso regolare e addirittura provoca una fin troppo facile caduta nella illegalità di coloro che sono riusciti ad entrare in Italia nel rispetto delle norme. Si pensi alle migliaia di famiglie che hanno alle proprie dipendenze altrettante donne straniere, spesso in condizione di irregolarità, a cui però affidano i propri anziani, figli e abitazioni. L'irregolarità o clandestinità è spesso dovuta alle lungaggini burocratiche e agli immensi ritardi con cui lo Stato risponde alle esigenze di queste famiglie e delle imprese. Cosa avverrebbe in Italia se anche qui si ripetesse, come avvenuto in Francia, lo sciopero dei 'senza documenti'? Imprese e famiglie sarebbero fortemente penalizzate. Il governo, le amministrazioni locali sarebbero capaci di rispondere alle richieste di welfare che ne deriverebbero? Oggi il welfare di queste famiglie è 'fatto in casa' senza il supporto dello Stato, grazie anche a questi lavoratori e lavoratrici. Sarebbe allora più logico, in ordine alla sicurezza di tutti, permettere l'emersione di questi lavoratori.
tratto da:
pasquale orlando: Stranieri: Acli, no al reato di immigrazione clandestina
Le anticipazioni sul Pacchetto Sicurezza allo studio del nuovo governo
Roma, 13 maggio 2008 - Le Associazioni cristiane dei lavoratori italiani esprimono «forti preoccupazioni» per le anticipazioni sui contenuti del Pacchetto Sicurezza che il Governo si preparerebbe a varare. «I reati commessi da cittadini stranieri vanno certamente perseguiti - afferma il presidente delle Acli Andrea Olivero - ma non vanno demonizzati gli stranieri presenti sul territorio, come se fossero gli unici responsabili di una percezione di insicurezza che sembra ormai pervadere i cittadini italiani e gli stessi immigrati».
Non servono, secondo le Acli «proclami e annunci che criminalizzano indistintamente una realtà», come l'ipotesi del ricorso all'esercito, ma «politiche certe ed efficaci di sicurezza, destinate tuttavia ad essere inefficaci se non affiancate da seri interventi di riqualificazione urbana, di mediazione, di accompagnamento». Viene giudicata «buona» la logica dei patti territoriali, ma non limitati alla questione dell'ordine pubblico: «Costruiamo invece dei tavoli locali sulla sicurezza e l'integrazione. Per costruire una società sicura, infatti, servono iniziative che incidano sulla qualità della vita delle persone, italiani e stranieri, che si sviluppa nei vari spazi di socializzazione: la scuola, il quartiere, il lavoro, il tempo libero».
«Assolutamente contrarie» le Acli all'introduzione del reato di immigrazione clandestina, una «misura demagogica - la definisce Olivero - tanto inutile quanto pericolosa per le ricadute sul piano sociale e culturale. Come è possibile mettere insieme senza distinzioni il disagio e spesso la disperazione delle persone che lasciano le proprie case e i propri affetti con le attività illecite e criminali di chi sfrutta il fenomeno migratorio? Perché non introdurre, a questo punto, il reato di povertà?».
Sì, invece, all'emersione dei lavoratori immigrati irregolari. «L'irregolarità di molti stranieri - aggiunge Olivero - è dovuta soprattutto a un sistema legislativo limitato e poco lungimirante, che rende angusto l'accesso regolare e addirittura provoca una fin troppo facile caduta nella illegalità di coloro che sono riusciti ad entrare in Italia nel rispetto delle norme. Si pensi alle migliaia di famiglie che hanno alle proprie dipendenze altrettante donne straniere, spesso in condizione di irregolarità, a cui però affidano i propri anziani, figli e abitazioni. L'irregolarità o clandestinità è spesso dovuta alle lungaggini burocratiche e agli immensi ritardi con cui lo Stato risponde alle esigenze di queste famiglie e delle imprese. Cosa avverrebbe in Italia se anche qui si ripetesse, come avvenuto in Francia, lo sciopero dei 'senza documenti'? Imprese e famiglie sarebbero fortemente penalizzate. Il governo, le amministrazioni locali sarebbero capaci di rispondere alle richieste di welfare che ne deriverebbero? Oggi il welfare di queste famiglie è 'fatto in casa' senza il supporto dello Stato, grazie anche a questi lavoratori e lavoratrici. Sarebbe allora più logico, in ordine alla sicurezza di tutti, permettere l'emersione di questi lavoratori.
tratto da:
pasquale orlando: Stranieri: Acli, no al reato di immigrazione clandestina
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acli,
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lavoratori stranieri,
legge bossi fini
Monday, May 12, 2008
2008. Il Sud avrà/sarà un peso? Premio sele d'oro per idee e fatti.
Premio Sele d'Oro 2008: pronto il bando
TRA I NUOVI GIURATI ANCHE LA VICEPRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA CRISTIANA COPPOLA E IL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE BANCO DI NAPOLI ADRIANO GIANNOLA
Cominciano a delinearsi i contorni della XXIV edizione del Premio Sele d’Oro: manifestazione culturale interamente dedicata alla voglia di riscatto e alle potenzialità di crescita del Mezzogiorno d’Italia, che ha da tempo saputo imporsi all’attenzione dell’opinione pubblica per originalità e ricchezza dei contenuti. Anche quest’anno, come da tradizione, a fare da cornice all’evento sarà il comune di Oliveto Citra, in provincia di Salerno. Qui, infatti, dal 5 al 13 settembre prossimi, il Sele d’Oro proporrà un programma di incontri e iniziative culturali che si annuncia ancor più ricco e vario che in passato.
Primo atto formale dell’edizione 2008 è stata la definizione del bando per l’assegnazione dei Premi Sele d’Oro Mezzogiorno. Anche per quest’anno, la Giuria presieduta dal professor Amedeo Lepore ha articolato il concorso in cinque distinte categorie: tre delle quali dedicate alle “idee”, e due ai “fatti”. La sezione “Saggi” del Premio sarà aperta a pubblicazioni sui problemi istituzionali, economici, sociali, storici e giuridici delle Mezzogiorno d’Italia. La sezione denominata “Euromed” vedrà invece in competizione saggi inediti sull’Europa e l’area del Mediterraneo, curati da giovani al di sotto dei 30 anni d’età. Mentre per la sezione dedicata al giornalismo - intitolata alla memoria di Michele Tito – potranno concorrere articoli, servizi radiotelevisivi e documentari incentrati sulla realtà del Sud, dell’Europa e del Mediterraneo.
continua su:
pasquale orlando: 2008. Il Sud avr�/sar�un peso? Premio sele d'oro per idee e fatti.
TRA I NUOVI GIURATI ANCHE LA VICEPRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA CRISTIANA COPPOLA E IL PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE BANCO DI NAPOLI ADRIANO GIANNOLA
Cominciano a delinearsi i contorni della XXIV edizione del Premio Sele d’Oro: manifestazione culturale interamente dedicata alla voglia di riscatto e alle potenzialità di crescita del Mezzogiorno d’Italia, che ha da tempo saputo imporsi all’attenzione dell’opinione pubblica per originalità e ricchezza dei contenuti. Anche quest’anno, come da tradizione, a fare da cornice all’evento sarà il comune di Oliveto Citra, in provincia di Salerno. Qui, infatti, dal 5 al 13 settembre prossimi, il Sele d’Oro proporrà un programma di incontri e iniziative culturali che si annuncia ancor più ricco e vario che in passato.
Primo atto formale dell’edizione 2008 è stata la definizione del bando per l’assegnazione dei Premi Sele d’Oro Mezzogiorno. Anche per quest’anno, la Giuria presieduta dal professor Amedeo Lepore ha articolato il concorso in cinque distinte categorie: tre delle quali dedicate alle “idee”, e due ai “fatti”. La sezione “Saggi” del Premio sarà aperta a pubblicazioni sui problemi istituzionali, economici, sociali, storici e giuridici delle Mezzogiorno d’Italia. La sezione denominata “Euromed” vedrà invece in competizione saggi inediti sull’Europa e l’area del Mediterraneo, curati da giovani al di sotto dei 30 anni d’età. Mentre per la sezione dedicata al giornalismo - intitolata alla memoria di Michele Tito – potranno concorrere articoli, servizi radiotelevisivi e documentari incentrati sulla realtà del Sud, dell’Europa e del Mediterraneo.
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pasquale orlando: 2008. Il Sud avr�/sar�un peso? Premio sele d'oro per idee e fatti.
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