Monday, July 27, 2009

pasquale orlando news sociali: Il Sud affonda nella crisi perenne. da il manifesto, 17 luglio 2009

Le previsioni più pessimistiche sul Mezzogiorno risultano confermate. Questa amara conclusione si ricava dalla lettura del Rapporto Svimez 2009 il quale mostra inequivocabilmente che il reddito di un cittadino del Sud rappresenta una parte sempre più risicata del reddito di un italiano del Nord. Si tratta, quel che è peggio, di un dato non strettamente congiunturale, dal momento che negli ultimi dieci anni il Sud è cresciuto la metà rispetto al resto del Paese. Ma il grado di sviluppo e di benessere non si misura certo solo in base al reddito. Se guardiamo alla qualità dei servizi pubblici o dell’ambiente, il Mezzogiorno perde ancor più terreno rispetto al resto del Paese. Con il risultato che, in Italia, la povertà, la disoccupazione, il lavoro precario e quello nero si concentrano quasi esclusivamente nel Sud.
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pasquale orlando news sociali: Il Sud affonda nella crisi perenne. da il manifesto, 17 luglio 2009

Saturday, July 25, 2009

I corvi si aggirano su Napoli. Tieni duro Rosetta!

I corvi si aggirano su Napoli. Tieni duro Rosetta!

è così paradossale nella vicenda napoletana l'atteggiamento di chi propende per il tanto peggio tanto meglio.
Difficoltà straordinarie, tagli agli enti locali, il commissariamento della sanità in Regione, le fibrillazioni del congresso del PD, la discutibile credibilità del governo nazionale e a Napoli vogliamo mettere in crisi l'Amministrazione Comunale che può tenere la barra diritta e governare per il bene comune Napoli fino al 2011 senza tante ed infinite mediazioni considerando che il mandato ha termine e saranno le elezioni a scegliere il futuro?
Lo so che è difficile dirlo ed ascolarlo, ma lo affermo forte e chiaro: Tieni duro Rosetta, Lavora per Napoli e non cedere a nessuna pressione, come sempre.
La città non ha bisogno di apprendisti stregoni o aspiranti esattori degli ultimi giorni dell'impero. Chi vuole governare la città si candidi alle elezioni e rispetti il mandato popolare!


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Sunday, July 19, 2009

L�economia incompiuta. Il Rapporto SVIMEZ si svolge intorno all’asse centrale dell’incidenza della crisi economica glob

"Il Rapporto SVIMEZ di quest’anno si svolge intorno all’asse centrale dell’incidenza della crisi economica globale sul Mezzogiorno. Infatti, �nel contesto della recessione in atto, caratterizzata da una drastica riduzione degli ordinativi, della produzione industriale, degli investimenti e dell’occupazione, che si colloca “il processo incompiuto di trasformazione dell’economia meridionale in questi ultimi anni”. Anche da questa incompiutezza trae origine l’ulteriore aggravamento delle condizioni del Sud, che, a causa della micidiale combinazione di crisi economica e delegittimazione politica, appare incapace di realizzare una struttura istituzionale, produttiva e di mercato pi�competitiva, oltre che di contribuire alle prospettive di ripresa dell’intero sistema italiano. L’idea che la crisi dovesse colpire principalmente le aree del paese pi�avanzate e aperte (e, per questo, pi�esposte alla concorrenza internazionale) si �dimostrata priva di ogni fondamento, visto che i dati della SVIMEZ evidenziano una caduta dell’economia maggiore nel Mezzogiorno che nel Centro-Nord."
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Thursday, July 16, 2009

boom di emigrati. Il mezzogiorno perde le risorse migliori.

«Investimenti che rallentano, famiglie che non consumano»: sono le due cause principali della crisi al Sud secondo il Rapporto Svimez. Le famiglie «hanno ridotto al Sud la spesa dell’1,4% contro il calo dello 0,9% del Centro-Nord. Mentre gli investimenti sono scesi del 2,1% annuo dal 2001 al 2008, tre volte tanto rispetto al Centro-Nord (-0,6%), anche a seguito della riduzione o abolizione di alcune agevolazioni (credito d’imposta, legge 488)». Il risultato è «un Mezzogiorno in recessione, colpito particolarmente dalla crisi nel settore industriale, che da sette anni consecutivi cresce meno del Centro-Nord, cosa mai avvenuta dal dopoguerra a oggi. Un’area periferica da cui si continua a emigrare, dove crescono gli anziani ma non arrivano gli stranieri, dove esistono le realtà economiche eccellenti ma non si trasformano in sistema nè si intercettano stabilmente investitori e turisti stranieri».


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UN PARTITO FIGLIO DI NESSUNO

dal quotidiano "Europa" del 14.07.2009

Hanno scambiato il Partito democratico per qualcos’altro.
Per un punching-ball. Un tram. La Casa del Grande fratello. Hyde Park Corner. Un albergo a ore.
Una pedana del wrestling. Un posto dove ognuno possa fare e dire quello che crede, andare e venire a piacimento, farsi forte e bello finché sono accesi i riflettori. Un posto dove conta solo il posto che danno a me, il ruolo che danno a me, la visibilità che danno a me.
Se non è abbastanza, sparo a zero su tutto e su tutti.
Vediamo all’opera gli attori di questa recita poco divertente. Alcuni lo sono in senso tecnico, altri perché interpretano in senso teatrale il proprio mestiere, magistrato o politico, altri ancora perché la politica li ha trasformati da persone autorevoli in dichiaratori senza rete. Ma non sono loro i soli colpevoli.
C’è chi li ha messi in condizione di nuocere. Un gruppo dirigente che sembra non voler bene al proprio partito, tanto che a ogni occasione ne disconosce paternità e maternità. C’è chi non riconosce il Pd perché non gliel’hanno fatto fare come volevano loro (Veltroni e Franceschini), chi perché non hanno ascoltato i suoi consigli (Bersani), chi perché è finito in minoranza (Rutelli), chi perché non gli hanno telefonato (D’Alema), chi perché gli ha portato più male che bene (Prodi).
Chi perché gli anziani fanno ostacolo e chi perché i giovani sono supponenti. Chi perché i comunisti contano ancora troppo e chi perché contano troppo i democristiani.
Chi perché i cattolici non si sentono a casa propria e chi perché i cattolici in casa non li vuole, a meno che non se ne stiano zitti.
Ognuno di coloro che lo guidano sembra avere un ottimo motivo per parlar male del Pd. Europa era un giornale non ortodosso, ma ormai ci pare di fare un mestiere inutile: noi spariamo sul quartier generale con le cerbottane, quelli dentro al quartier generale si fanno esplodere col tritolo.
Nessuno si scandalizzi dunque se chiunque passa da fuori si sente autorizzato a spernacchiare e irridere. Napolitano dice una cosa di puro buon senso (tipo: la lotta politica sia svolta civilmente) e invece di sostenerlo con entusiasmo, anche per rafforzarne il ruolo in ogni evenienza futura, i candidati segretari si fanno travolgere da Di Pietro e fanno calcoli su quanti voti gli può costare un simile grave cedimento a Berlusconi. Ai tempi – visto che c’è chi lo rimpiange e perfino chi lo vorrebbe riesumare – il Pci li bastonava, e non solo metaforicamente, gli estremisti che pretendevano di dettargli la linea e di spiegargli il mestiere.
Dicono: però Di Pietro sta all’8 per cento, quasi tutti voti nostri.
Vero, un’alleanza così fruttuosa è motivo di eterna riconoscenza per Veltroni che ce l’ha regalata. Però il Pd era nato per fare un pensierino al restante 92 per cento, e tuttora questo sembrerebbe un lavoro più divertente che duellare sulle agenzie col senatore Pardi.
Fermare Beppe Grillo col comma 3 dello statuto che preoccupa l’ottimo Adinolfi fa ridere più di Grillo medesimo, che non fa più ridere da secoli. Si tratta di un eversore autoritario nemico giurato della democrazia, quindi anche del Pd, come peraltro lui stesso sottolinea.
Se al senatore Marino va di confrontarsi con Grillo, traslochi nella coalizione di Grillo, che è quella del vaffanculo al capo dello stato. Per conto nostro Grillo sta al Pd come ci sta Gasparri (e se ci sono elettori che si risentono, come si diceva prima meglio perderli che trovarli).
Già, Ignazio Marino. Aveva ottime ragioni e qualche chance. Un anno e mezzo di Pd veltroniano ha dato a lui grande spazio, lui ricambia prima da martire, poi da salvatore della patria, infine con la simpatica equiparazione fra un violentatore e un tesserato napoletano.
Anche in sala operatoria era una prima donna, ma dubitiamo che si sarebbe mai permesso certi atteggiamenti verso colleghi ed equipe medica. Ecco un altro della società civile che pensa che la politica meriti solo schiaffi: non si capisce allora perché l’abbia voluta fare.
Purtroppo per mettere le pezze ci sono i generosi che fanno peggio. Una come Paola Concia, per esempio, che per una pura operazione politicista di copertura del proprio candidato prende spunto dal violentatore (sempre lui) per accusare l’intero partito di maschilismo e soprusi sulle donne: scusi, c’è un nesso nella sua testa fra Bianchini e me? Se ci fosse, mi iscriverei per un minuto al grillismo per risponderle a tono.
Se non ci fosse, amici come prima, però prego per lei cinque minuti di vergogna.
Concia è una giovane emergente, ma non è che gli anziani emersi da altre ere geologiche siano meglio. Bassolino è carico di glorie passate e di fallimenti recenti, eppure neanche lui rinuncia a passeggiare sul proprio partito. Lui insieme a Loiero, altro esempio di buongoverno progressista meridionale, hanno deciso di dare una speranza al Sud. La speranza però non verrà da un Pd rafforzato dalla loro esperienza, o dalla loro sostituzione, bensì dalla nascita di un altro partito, trasversale e nuovo in tutto tranne che nel fatto che dovrebbero dirigerlo loro, decidendo le candidature regionali insieme a gente di destra indispettita da Berlusconi: astuta manovra insidiosa per il Pdl, semplicemente devastante per il Pd. Ma frega a qualcuno, oltre che a Michele Emiliano sceriffo buono? A nessuno, anche perché Bassolino vorrà pure superare il Pd, ma non prima di aver investito qualche migliaio di voti congressuali sul suo prossimo sfortunato segretario.
Rispetto per il Pd, chiede Europa a chi il Pd l’ha fondato e lo dirige in ogni posizione, contando sul fatto che ci hanno speso energie anche più di noi, e che solo chi pretende e merita rispetto può riceverlo.
Amore per il Pd, per quanto amore si possa mettere nella politica. Sentire questo partito come una cosa propria, figlio legittimo nel nome del quale sacrificare un po’ di narcisismo, di rancori secolari, di ambizioni personali.
Amarlo e rispettarlo così come è, per farlo meglio naturalmente, ma senza furia se non è esattamente come l’avremmo voluto.
Povero Partito democratico: non è un accidente che ci è capitato in testa, una disdetta della quale liberarsi al più presto. È ancora qui dentro, da qualche parte, l’unica alternativa a una destra che rimanga eternamente al potere.

STEFANO MENICHINI

Tuesday, July 14, 2009

Gianni Pittella vice presidente del Parlamento Europeo.

Con 360 voti Gianni Pittella del gruppo dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, è risultato il primo degli eletti oggi dall'assemblea di Strasburgo per numero di consensi tra i nuovi vicepresidenti del Parlamento europeo. Cinquant’anni, di Lauria in provincia di Potenza, Pittella è stato confermato per la terza volta eurodeputato il 6 giugno scorso, con 137mila voti di preferenza, nella circoscrizione Sud. Capogruppo del Pd-Pse nella scorsa legislatura, l'europarlamentare lucano è stato relatore generale del Bilancio dell'Unione europea e ha promosso numerose iniziative legislative che hanno riscosso adesioni 'bipartisan', come la proposta di emettere 'eurobond' per finanziare le misure anticrisi e l'allargamento in chiave universalistica del programma Erasmus, finora riservato agli studenti, a tutti i giovani dell'Unione. Insieme al completamento dei progetti già avanzati, il neo vicepresidente pone al primo punto del suo nuovo mandato istituzionale il massimo potenziamento degli strumenti e dei canali d'informazione sull'operato dei deputati e sull'attività del parlamento, rivolti ai cittadini europei.
"Dobbiamo dare maggiore visibilità al lavoro degli eurodeputati affinché gli elettori possano meglio valutarne il rendimento e migliorare l'informazione sull'attività complessiva del Parlamento europeo" spiega Pittella, per il quale si deve prestare sempre più attenzione "ad una programmazione di lungo periodo per le voci di spesa più importanti del Parlamento". Si deve riflettere quindi "su una riforma più ambiziosa del bilancio del Pe che garantisca maggiore efficacia e trasparenza della spesa". "Dobbiamo lavorare per un Parlamento che decida più velocemente e che sia in costante contatto con i cittadini per recuperare il calo di fiducia che ha prodotto una forte astensione nel voto di giugno scorso".
Rilanciare la battaglia per la sede unica e rafforzare i rapporti con i parlamenti nazionali anche in vista dell'entrata in vigore del Trattato di Lisbona sono gli altri punti principali sull'agenda del nuovo vicepresidente italiano.

tratto da:

pasquale orlando news sociali: Gianni Pittella vice presidente del Parlamento Europeo.

Saturday, July 11, 2009

A Catania le Acli discutono di welfare e mezzogiorno

A Catania le Acli discutono di welfare e mezzogiorno

“Giovani, donne, attori sociali di un’altra economia” è il tema del seminario organizzato dalle Acli Sicilia che si è tenuto oggi venerdì 10 luglio a partire dalle ore 10 all’hotel Sheraton di Catania.

I lavori introdotti da Santo Francesco Scirè, presidente regionale Acli Sicilia e da Maria Grazia Fasoli responsabile nazionale funzione studi hanno coinvolto l'associazione nella riflessione sulla cittadinanza.

La prima sessione di lavori, sul tema “Cittadinanza – sviluppo e auto sviluppo” è stata presieduta da Gianluca Budano presidente regionale Acli Puglia. Con lui Vittoria Boni responsabile nazionale Acli del dipartimento welfare, Giuseppe Vecchio preside facoltà Scienze politiche all’università di Catania.

Sul tema “Sviluppo locale - Polis globale e soggetti sociali” interventi di Giuseppe Failla segretario nazionale giovani delle Acli e Giacomo Mulè ordinario di Sociologia generale dell’università di Palermo.

Nel pomeriggio, dalle 14,30 in poi, la seconda sessione dei lavori sul tema “Giovani, donne: attori sociali di un’altra economia. Le buone pratiche”.

Ha presieduto Pasquale Orlando, responsabile del centro integrato per il mezzogiorno. con il presidente Orlando, Fabrizio Sigona del consorzio Goel (Altraeconomia); Elena Salzano di Agenzia Incoerenze (Pari opportunità); Antonello Caria direttore Iares (imprenditoria giovanile); Federica Volpi responsabile nazionale Funzione studi Acli (ricerca Acli nazionali); Caterina Bonsignore responsabile Acli colf Agrigento (lavoro di cura). Nella mattinata è intervenuto il presidente nazionale delle Acli Andrea Olivero.

Pasquale Orlando ha detto che l'associazione deve essere come il cercatore di perle che individua e valorizza i cento fiori dello sviluppo locale e della giovane impresa sociale.



pasquale orlando news sociali: A Catania le Acli discutono di welfare e mezzogiorno

Sunday, July 05, 2009

CITTADINANZA SVILUPPO AUTOSVILUPPO. Le ACLI ne parlano a Catania con esempi concreti

CITTADINANZA SVILUPPO AUTOSVILUPPO
Giovani, Donne, attori sociali di un’altra economia

Catania, 10 luglio 2009 ore 9,30 - 16,30
Sheraton Catania Hotel Via Antonello da Messina, 45 95021 Acicastello - Catania

Cittadinanza, sviluppo, autosviluppo interrogano profondamente quei modelli culturali, sociali e politici che fondano il ben essere e il ben vivere delle persone sulla sola dimensione economica identificata con il business globalizzato.
Noi crediamo che il protagonismo delle persone, la centralità dei territori, l’autosviluppo e la partecipazione delle comunità locali, la valorizzazione di buone pratiche nei comportamenti di consumo e di uso delle risorse, siano i veri indicatori per prefigurare un’economia che fa perno sulle responsabilità personali e collettive, sulla cittadinanza attiva nei riguardi dei problemi locali che hanno valenza globale e viceversa.
E’ dunque opportuno rimettere a fuoco un altro concetto di sviluppo che, alla luce dell’attuale crisi mondiale, sollecita nuovi paradigmi di riferimento e chiede di fare spazio a quelle istanze che portano innovazione, speranza e prospettiva, valorizzando le competenze e le responsabilità di giovani e donne, pensati come attori sociali di un’altra economia.
Lo sviluppo responsabile può costituire una forma di autotutela posta alla base di politiche promozionali che rimettono al centro le persone e i loro sistemi di relazioni, umanizzando così anche l’economia.

Per informazioni, invio scheda di partecipazione e notizie logistiche rivolgersi a:
Agata Aiello cell. 392.6205848 e-mail: aclisicilia@libero.it

ORARIO 09,30 - 16,30
Arrivi
Ore 10.00 Apertura Seminario
Introduzione SANTO FRANCESCO SCIRÈ
Presidente regionale Acli Sicilia

VERSO L’INCONTRO NAZIONALE DI STUDI
MARIA GRAZIA FASOLI
Responsabile nazionale Funzione Studi

Sessione 1
CITTADINANZA - SVILUPPO E AUTOSVILUPPO

Presiede GIANLUCA BUDANO
Presidente regionale Acli Puglia

Intervengono
VITTORIA BONI
Responsabile nazionale Acli
del Dipartimento Welfare

GIUSEPPE VECCHIO
Preside Facoltà Scienze Politiche
all’Università di Catania

SVILUPPO LOCALE - POLIS GLOBALE
E SOGGETTI SOCIALI
Intervengono GIUSEPPE FAILLA
Segretario nazionale Giovani delle Acli

GIACOMO MULÈ
Ordinario Sociologia Generale
Università di Palermo

ore 14.30 Ripresa lavori
Sessione 2
GIOVANI, DONNE: ATTORI SOCIALI DI UN’ALTRA ECONOMIA LE BUONE PRATICHE

Presiede
PASQUALE ORLANDO
Responsabile Centro Integrato per il Mezzogiorno ACLI

Interventi

ALTRA ECONOMIA
FABRIZIO SIGONA
Consorzio Goel

PARI OPPORTUNITÀ
ELENA SALZANO
Agenzia Incoerenze

IMPRENDITORIA GIOVANILE
ANTONELLO CARIA
Direttore IARES

RICERCA ACLI NAZIONALI
FEDERICA VOLPI
Funzione Studi Acli nazionali

LAVORO DI CURA
CATERINA BONSIGNORE
Responsabile Acli Colf Agrigento

Nel corso dei lavori interverrà il Presidente Nazionale delle Acli
ANDREA OLIVERO

OBIETTIVI
  •  RIPENSARE IL RAPPORTO TRA MODELLI ECONOMICI E FORME DELLA CITTADINANZA, nel quadro del prossimo Incontro nazionale di Studi (Perugia 3/5 settembre 2009)
  •  RIMETTERE A FUOCO L’IDEA DI SVILUPPO ALLA LUCE DELLA CRISI ATTUALE
  •  LO SVILUPPO LOCALE E LA SOCIETÀ GLOBALE
  •  LE BUONE PRATICHE PER UN’ “ALTRA ECONOMIA”
  •  LA RESPONSABILITÀ DI DONNE E GIOVANI PER UNO VILUPPO SOSTENIBILE



pasquale orlando news sociali: CITTADINANZA SVILUPPO AUTOSVILUPPO. Le ACLI ne parlano a Catania con esempi concreti